Nel cuore di Ferrara, dominante e imponente, sorge il Castello Estense, un gioiello architettonico che si erge fiero come emblema della città. Con la sua pianta quadrata e le quattro torri angolari che si stagliano verso il cielo, il castello è circondato da un fossato ancora oggi colmo d’acqua, testimone silenzioso dei secoli passati. Fu concepito come una rocca difensiva, un baluardo imponente contro le minacce esterne, e attirò l’attenzione di numerosi architetti di fama, incluso il grande Michelangelo. Nel corso dei secoli, subì numerosi restauri, ma nessuno così significativo come quello che seguì a un devastante incendio nel 1554. Successivamente, nel 1570 e nel Maggio 2012 dopo un violento terremoto che scosse tutta la regione, causando danni considerevoli sopratutto in Emilia.
Castello Estense Ferrara
Ma dietro le sue imponenti mura, il Castello Estense custodisce non solo la storia dei suoi restauri, ma anche intricati intrecci di intrighi e leggende. È qui che prende vita la tragica storia di Ugo e Parisina, un racconto che si mescola con la storia stessa del castello.
Ritorniamo indietro nel tempo, fino al 1385, quando la città di Ferrara, oppressa dalla fame e dalla miseria, si ribellò uccidendo Tommaso da Tortona, un magistrato dei Giudici de’ Savi. Questo evento scatenò una serie di eventi che portarono alla costruzione del castello come rifugio sicuro per la famiglia d’Este, i signori di Ferrara.
Fu Bartolino da Novara a dare inizio ai lavori, includendo nella struttura preesistente la Torre dei Leoni, e in soli due anni il castello fu completato. Passò quindi sotto il controllo di Niccolò III d’Este.
Momento di pulizia del Fossato
Ma il Castello Estense è noto non solo per la sua imponenza, bensì anche per una storia d’amore tragica e vietata che si consumò tra le sue mura. Nel 1418, Laura Malatesta all’epoca quindicenne, conosciuta come Parisina, fu data in sposa al marchese Niccolò III d’Este in un matrimonio di convenienza. Tuttavia, Ugo, il figlio illegittimo del marchese (14 enne), sviluppò un’intensa antipatia verso la sua giovane matrigna, Parisina, sua coetanea. Il marchese, nel tentativo di riavvicinarli, Obbligò Ugo ad accompagnare la matrigna al Santuario di Loreto per incontrare i genitori, ma la vicinanza forzata scatenò una passione proibita tra i due.
Pubblicamente i due ragazzi, cercarono di non apparire coinvolti, limitandosi a dimostrare a tutti solo il fatto di non odiarsi più. Questo rese felice Niccolò, che non potendo immaginare cosa stesse succedendo fra i due, li lasciava spesso da soli. Nel 1418, nel periodo in cui arrivò la peste, per proteggerli li fece trasferire in una villa in campagna, dimostrazione del fatto che lui non sospettasse nulla. Potete ben immaginare come i due si godettero quel posto. Purtroppo, la servitù si accorse di quello che stava succedendo e qualcuno rivelò il tradimento a Niccolò che si precipitò di nascosto alla villa e li sorprese assieme. Furioso come una belva, li fece rinchiudere nella Torre dei Leoni per dodici ore, in attesa di condannarli a morte. Ma non pago quel giorno Niccolò scopri che la loro tresca durava da ben 7 anni e ancora più furioso, radunò tutte le donne adultere di Ferrara e le fece uccidere e alla fine di queste esecuzioni non pago, fece tagliare la testa anche ai due amanti.
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