La Rocca di Castelnuovo, situata su un colle tra le valli del Bidente e del Voltre, è un luogo intriso di storia e leggenda, dove passato e mistero si intrecciano in un racconto che attraversa i secoli. In cima al colle, i resti imponenti della torre dominano il paesaggio, offrendo una vista che abbraccia le vallate circostanti e si spinge fino al mare. Da questa posizione strategica, un tempo si potevano controllare i vicini castelli di Teodorano, Meldola e Rocca Caminate, tutti ben visibili dalla sommità.

Rocca di Castelnuovo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La fortezza, conosciuta con il nome di Castrum Novi, ha una storia documentata sin dal 900 d.C. Inizialmente appartenente alla potente famiglia dei Calboli, il castello passò poi sotto il controllo dei signori di Castrocaro e, nel 1141, alla Chiesa Ravennate. Tuttavia, la sua storia è segnata da continui passaggi di proprietà. Nel 1264, dopo alterne vicissitudini, ritornò ai De Calboli, per essere poi riacquistato dalla Chiesa di Ravenna nel 1234. Successivamente, nel 1350, passò nelle mani degli Ordelaffi, che fortificarono ulteriormente il sito e vi costruirono la torre, uno dei simboli più riconoscibili del castello. Ma la Chiesa non era disposta a cedere il controllo così facilmente, e nel 1362 il cardinale Egidio Albornoz riuscì a riprendere il castello.

Nei secoli seguenti, la Rocca di Castelnuovo vide succedersi diverse dinastie, ognuna delle quali lasciò la propria impronta. I Malatesta, i Manfredi, gli Iseo e persino Caterina Sforza governarono la fortezza, fino a quando passò sotto il controllo dei Veneziani, che la detennero fino al 1509. Infine, tornata alla Santa Sede, la Rocca fu concessa in feudo agli Iseo, poi agli Aldobrandini e, per ultimi, ai Doria Pamphilj, che la conservarono fino ai tempi più recenti.

Oltre alla maestosa torre, dell’antico nucleo fortificato restano oggi i ruderi di un agglomerato di case, probabilmente il vecchio comune e l’ospedale di Sant’Antonio. A circa cento metri più in basso, verso la valle, si trovano i resti del campanile della pieve, risalente al XV secolo, che un tempo richiamava i fedeli da tutto il territorio circostante.

Rocca di Castelnuovo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma Castelnuovo non è solo storia; è anche un luogo di leggende. Tra le sue antiche rovine si narra la triste vicenda di Clarì, una bambina il cui spirito sembra ancora vagare inquieto tra i resti della fortezza. Si tramanda da secoli, che durante una sanguinosa contesa tra castellani della stessa terra, che Castelnuovo, fu raso al suolo in un feroce assalto. In quella brutale notte, il castellano e la sua famiglia furono brutalmente trucidati. Tuttavia, in mezzo a tanta distruzione, una bambina e la sua nutrice riuscirono miracolosamente a sfuggire alla carneficina. Spaventate, ferite e senza un luogo dove rifugiarsi, le due sopravvissute trovarono riparo presso il signore del vicino maniero di Teodorano.

La piccola, di nome Clarì, venne accolta con generosa ospitalità e fu cresciuta in un ambiente protetto, sotto la costante cura della fedele nutrice, Zì Catéra. Anni passarono, e Clarì crebbe, ma nel suo cuore rimase un tormento che non poteva ignorare. Sin da bambina, non smise mai di chiedere notizie dei suoi genitori, ignara del terribile destino che li aveva colpiti. Ogni volta che sollevava la questione, riceveva risposte vaghe ed evasive, fino a quando, un giorno, la nutrice non poté più reggere il peso del segreto e rivelò alla giovane la tragica verità.

Sconvolta dalla rivelazione, Clarì, che fino a quel momento era stata una bambina allegra e vivace, cambiò radicalmente. La sua gioia si spense, lasciando spazio a una profonda tristezza. Col passare del tempo, divenne sempre più silenziosa e introversa, finché, una notte, scomparve senza lasciare traccia. La nutrice e gli abitanti del castello la cercarono disperatamente, ma invano. Clarì si era dileguata nella campagna, diretta verso le rovine del castello distrutto che un tempo era stato il suo rifugio sicuro, la sua casa natale.

Non fu mai più ritrovata. Zì Catéra, consumata dal dolore e dai sensi di colpa per averle raccontato la verità, trascorse i suoi ultimi giorni invocando il nome della sua amata Clarì, fino a morire di crepacuore. Da allora, tra le rovine di Castelnuovo, che sorge poco lontano da Teodorano, gli abitanti delle campagne raccontano di udire, nelle notti più buie, lamenti e richiami disperati. Si dice che sia lo spirito inquieto di Clarì, la bambina che non trovò mai pace e che ancora oggi vaga tra i resti del castello, alla ricerca dei genitori perduti e di quella felicità che le fu strappata così brutalmente in tenera età.

AUTORE


Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Personaggi / Fantasmi
Ubicazione : Europa / Italia / Emilia-Romagna
Accesso : Pubblico
Stato di Conservazione : Rudere
Accesso con Animali : Consentito
Accesso con Disabilità : Non Accessibile
Raggiungibilità : A Piedi
Servizi Igienici : Non Accessibili
Recensioni
Scrivi tu la prima recensione!
Lascia una recensione
Mysteriosità: Attrattiva dal vivo: Accessibilità:

Lascia un commento

Misteri Consigliati