Napoli, Complesso monumentale di Santa Maria la Nova; si trova davvero quì la tomba di Dracula?

A dare una risposta ci stanno provando molti studiosi, ma gli indizzi che sino ad ora sono stati raccolti e studiati da vari ricercatori non lascerebbero molti dubbi in merito, ma la verità ancora è lontana; proviamo ora a vedere a nostra volta perché questi indizi porterebbero a validare a questa teoria.

Chiostro piccolo del complesso monumentale di Santa Maria la nova, qui viene scoperto un sarcofago marmoreo scolpito con grande maestria e una strana epigrafe crittografata  all’interno della cappella “Turbolo” dietro la lapide all’interno della chiesa dal prof. Reale dell’Istituto Orientale di Napoli, una “specie” di “Codice La Nova“, scritto in un linguaggio non del tutto conosciuto. Le uniche parole finora riconosciute con certezza in questo misterioso affresco (nel quale qualcuno sembra aver riconosciuto caratteri tipici degli alfabeti latino, greco, copto ed etiope),  la parola Blad “Vlad” che ricorre più volte e la parola “Balcano”.

Epigrafe “Cappella Turbolo” – Blad

 

 

 

 

 

 

Da un punto di vista storico, si credeva che il cadavere di Vlades Tepes III Dracula, decapitato, giacesse sepolto in un monastero dell’isola di Snagov, vicino Bucarest.

Fin dal XIX secolo, i monaci di Snagov mostravano ai visitatori una pietra tombale, incastrata nel pavimento della chiesa, la cui iscrizione era purtroppo completamente cancellata dal continuo calpestio perpetrato nel tempo. I frati aggiungevano che era stata messa lì appositamente affinché venisse calpestata dai celebranti durante gli uffizi. L’anima peccatrice del defunto trovava così qualche sollievo alle pene eterne alle quali era condannata. questa pietra tombale si trova di fronte alle porte dell’iconostasi, davanti all’altare maggiore.

Durante gli scavi archeologici effettuati nella chiesa di Snagov nel biennio 1932-1933, la tomba sotto alla lastra venne trovata vuota, eccezion fatta per alcune ossa di animali (in prevalenza bovini). L’assenza di resti umani incuriosì gli archeologici che decisero di compiere altri scavi nella chiesa. I direttori degli scavi, l’archeologo Dinu V. Rosetti e lo storico George D. Florescu, trovarono, vicino all’ingresso principale della chiesa, una seconda tomba al cui interno vi era una bara rivestita con un tessuto color porpora dalle cuciture dorate. Il corpo del defunto venne riconosciuto come di sesso maschile, vestito con un abito di velluto color rosso o porpora, di taglio occidentale, chiuso con grossi bottoni di filo d’argento dorato, stretto in vita con una cintura di placche d’argento a losanga. Il volto della salma era coperto da un drappo di seta e, da una manica, pendeva un anello femminile. Un diadema d’oro da torneo, decorato con piccole sfere di ceramica alternanti da gancetti d’oro che trattenevano un turchese, era posato vicino alle mani. Insieme ad esso venne rinvenuto anche un anello con un grosso turchese incastonato sul quale era scolpita una creatura alata che somigliava ad un drago. A contatto con l’aria però, il cadavere conservato in quella bara si polverizzò in pochi istanti, lasciando gli archeologi sbalorditi e rammaricati di non essere stati in grado di vederne il volto e di non essere riusciti a scattare una fotografia del ritrovamento.

Santa Maria la Nova – Chiostro

 

 

 

 

 

 

Rosetti e il suo collega Florescu erano convinti che il corpo da loro scoperto fosse effettivamente quello di Vlad l’Impalatore. Il fatto che il cadavere avesse ancora la testa attaccata sollevava però un ragionevole dubbio: sappiamo infatti che la testa di Vlad era stata tagliata e portata a Costantinopoli, quindi chi cera realmente sepolto in quella bara?

Alcuni ricercatori e archeologi, sostengono possa trattarsi di Vlad II Dracul, padre dell’Impalatore, e a supportare questa ipotesi furono appunto la presenza dell’anello con il drago simbolo dell’ “Ordine del Drago” di cui Vlad II faceva parte.

A parte i bottoni e qualche frammento di tessuto, gli oggetti trovati nella tomba scomparvero tutti dal Museo Municipale di Bucarest nel quale erano stati portati per ulteriori esami e questo infittisce ed esalta ancora di più questa leggenda…. qualcuno ipotizza che l’Ordine del Drago sia ancora segretamente attivo ai giorni nostri e che siano stati loro a trafugare questo tesoro. Ma questa è un altra storia…

Nel 2004 il priore ortodosso di Snagov rilasciò un’intervista nella quale parlava della tomba di Dracula. Nel corso di tale intervista egli affermò che la tomba posta di fronte alle porte dell’iconostasi era sicuramente la vera tomba di Vlad Tepes e che Rosetti e Florescu mentirono quando dissero che nella tomba furono trovate solo ossa di animali. Sempre secondo il priore anche la testa di Vlad Tepes, comprata dalla Chiesa Ortodossa, riposerebbe accanto al corpo nella tomba. [Cit. Wikipedia].

Inoltre:

Nel 2014 alcuni studiosi dell’Università di Tallinn in Estonia hanno compiuto alcuni studi sulla principessa Maria Balsa, fuggita a Napoli nel 1479 all’età di 7 anni a causa delle persecuzioni turche ed accolta nella città da Ferdinando d’Aragona. La donna, che avrebbe poi sposato in età adulta Giacomo Alfonso Ferrillo, sarebbe stata appunto la figlia di Vlad Tepes. Unica prova fornita dagli studiosi a sostegno delle loro tesi è il fatto che il blasone che fuse gli stemmi delle famiglie Blasa e Ferrillo presenta un drago.

Tra questi ricercatori, ci sono anche i fratelli Giandomenico e Raffaello Glinni e il direttore scientifico del museo delle Antiche Genti, Nicola Barbatelli, essi sostengono inoltre che Vlad Țepeș sarebbe morto a Napoli e che sia stato sepolto in un chiostro in piazza Santa Maria La Nova.

Secondo uno studio dell’Università di Tallinn, Dracula, infatti, riposerebbe proprio sotto i portici del chiostro piccolo, nel sepolcro realizzato nel 1499 dallo scultore Jacopo della Pila per ospitare le spoglie mortali di Matteo Ferrillo. Ne sono convinti alcuni studiosi italiani, supportati nelle loro tesi, dai colleghi dell’università estone. (Cit. Wikipedia)].

Forse vi siete persi in questo intreccio storico…cerchiamo di far chiarezza e facciamo un salto indietro nel tempo.

“Correva l’anno del signore 1476 quando Vlad III di Valacchia, da poco tornato sul trono del suo paese, scomparve in battaglia mentre combatteva contro i turchi. Vlad, che apparteneva all’Ordine del Dragone (“Dracula” dal romeno “Dracul”, letteralmente significa “figlio del drago”) proprio come l’allora re di Napoli Ferrante D’Aragona, fu dato per morto e una delle sue figlie, la principessa Maria Balsa, che all’epoca aveva solo 7 anni, fu adottata da una donna napoletana e quindi condotta a Napoli, forse proprio in virtù della comune “militanza” dei due re, per sfuggire al pericolo di un’invasione ottomana della Transilvania. Divenuta donna, la ragazza andò in sposa ad un nobile partenopeo della famiglia Ferrillo, Matteo, appunto. Ora, secondo una prima versione, fu lei a condurre le spoglie mortali dell’illustre genitore nella città del Golfo e poi a disporne l’inumazione nel sepolcro del marito. Secondo un’altra versione, Dracula non morì affatto in battaglia ma cadde prigioniero dei turchi. Sarebbe stata Maria Balsa a pagarne il riscatto e poi a farlo giungere in Italia. Alla sua morte, l’ex re di Valacchia sarebbe stato tumulato nella tomba di famiglia.

facile no? Grazie wikipedia! 😉

ma continuiamo…

Altri indizi sono stati portati all’attenzione dalla dottoressa Erika Stella, che ha analizzato la lapide presente nel chiostro del Complesso di Santa Maria la Nova. Si tratta di una grande tomba di marmo, prima inserita internamente alla chiesa, poi spostata all’esterno che rivela diversi simboli effettivamente estranei al soggetto ufficialmente sepolto all’interno, il nobile Ferrillo. Sulla lapide risalta un gigantesco elmo da cavaliere sormontato da una testa di drago e fiancheggiato da due sfingi contrapposte e due delfini accoppiati, stemma della regione della Dobruja, zona della Romania attigua alla Valacchia, governata da Vlad Tepes e luogo in cui egli vinse la battaglia contro i Turchi. Lo stemma potrebbe quindi avere una valenza celebrativa di questa vittoria, come evidenzierebbe anche il guerriero rappresentato sulla parte superiore della tomba, con il simbolo dell’Ordine del Dragone.

Tomba di Dracula

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche Glinni, alla vista di quelle immagini, giunse a sostenere che la lapide marmorea doveva appartenere a un cavaliere dell’Ordine del Drago, di cui faceva parte il padre di Dracula. Il Dragone è il sigillo dell’Ordine del Drago mentre le due sfingi opposte fanno probabilmente riferimento al nome della città egizia di Tebe, associabile anche a “Tepes” e richiamando quindi il nome di Vlad Tepes o Vlad Dracul.

Tutti questi elementi ricondurrebbero a Dracula …il drago … due simboli di matrice egizia mai visti prima su una tomba europea e che richiamano elementi tipici della cultura medievale di matrice slava, Due sfingi contrapposte che richiamano il nome della città di Tebe che gli antichi egiziani chiamavano “Tepes“.  A noi sembra scritto a chiare lettere il nome di “Dracula Tepes” che, caso vuole, siano anche i soprannomi dati al principe.

Sono tante le coincidenze storiche che sembrano far parte di un film o di un bel romanzo…di certo ci sono tanti storici e studiosi che non credono alla versione Napoletana della storia perché non ci sono prove che all’interno di questa tomba ci sia realmente Dracula, o che il conte abbia avuto una figlia segreta. E il riferimento stesso alla città di Tebe viene considerato fuorviante dal momento che l’epiteto “Tepes” normalmente affiancato al nome di Dracula, in romeno significa “palo” da cui deriverebbe “impalatore”, proprio dell’agghiacciante tortura che era solito infliggere ai suoi nemici.

Un altro luogo in Italia a un legame con questo stemma, si! perché sarebbe presente in una cripta ad Acerenza (Potenza), dove sembra sia stata sepolta Maria Balsa la figlia del Conte Transilvano… ma questa storia ve la racconteremo la prossima volta…. giusto per non fare TROPPA confusione 😉 ma se riuscite proprio a resistere questo è il link da seguire.

I dubbi sono tanti, ma le coincidenze ci fanno credere che i ricercatori siano sulla strada giusta per far luce su questo mistero.

Foto Termografica della Tomba di Dracula a Napoli

 

 

 

 

 

 

 

Curiosità

Pensate che nel 1875 visse a Napoli assieme a suo padre, lo scrittore Irlandese Bram Stoker; che abbia preso spunto da questa storia per scrivere il suo famoso romanzo ” Il Conte Dracula”???

Un altra cosa incomprensibile sia il fatto che un’area a quadrilatero dietro la lastra marmorea, emani inspiegabilmente calore, come rileverebbe la termocamera con cui la tomba è stata esaminata.

E tra Dubbi, perplessità e misteri, vi lasciamo alle vostre conclusioni!

AUTORE


Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Personaggi / Creature
Ubicazione : Europa / Europa / Italia / Europa / Italia / Campania
Accesso : Pubblico
Stato di Conservazione : Ottimo
Orario : Orario di apertura Lun-Ven: 09:30 – 15:00 Sab-Dom: 09:30 – 14:00
Accesso con Animali : Da Verificare
Accesso con Disabilità : Parziale
Raggiungibilità : In auto
Servizi Igienici : Accessibili
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