Il castello di Graines (Aosta) sorge su un alto promontorio roccioso circondato da verdi alberi, dal quale domina l’abitato di Brusson e gran parte della Val d’Ayas. La sua posizione strategica permetteva, oltre ad una perfetta difesa, di controllare visivamente tutto il territorio circostante permettendo la comunicazione tramite specchi e bandiere colorate con la torre di Bonot ed il castello di Ville a Challand-Sant-Victor.
Per raggiungere il castello si segue la strada regionale 45 che da Verrès risale la Val d’Ayas. A circa 13 km da Verrès, subito dopo l’abitato di Arcésaz, frazione di Brusson, si imbocca sulla destra la deviazione asfaltata per Graines. Dopo circa due chilometri si può lasciare l’auto e percorrere il sentiero che, in pochi minuti, conduce al castello.
Secondo la leggenda sotto le rovine di Graines, in una camera sotterranea è sepolto un enorme tesoro. Mai nessuno è riuscito a riportarlo alla luce, anche se in molti ci hanno provato; tra gli altri ci soffermeremo su un giovane mandriano.
Un giorno, il giovane ragazzo, mentre pascolava il suo bestiame si assopì nei pressi del castello ed in sogno una voce gli raccontò la storia del tesoro nascosto tra le macerie del castello, indicando il punto preciso dove scavare per accedere alla camera sotterranea e recuperare tutte le ricchezze contenute. Così facendo si sarebbe liberato del suo fardello terreno e avrebbe finalmente potuto riposare in pace, ma avrebbe dovuto agire velocemente e soprattutto lasciare il nascondiglio prima che il gallo cantasse tre volte.
La notte successiva, l’uomo fece come gli era stato detto in sogno e, scoperta dalle macerie la botola, penetrò nella stanza del tesoro. Abbagliato dallo scintillio dei preziosi, che a mucchi riempivano la grotta, indugiò e rimase a contemplare quelle favolose ricchezze, affondandovi cupidamente le mani e saltando di gioia al pensiero di quello che avrebbe potuto fare con tutto quel ben di Dio. Il gallo cantò: una, due, tre volte. La botola si chiuse senza far rumore alla spalle del ragazzo, e questi restò prigioniero per sempre della caverna incantata.
Da allora, sembra che la voce del pastore riecheggi nel sonno di chi all’ombra del castello riposi, ad indicare l’accesso alla botola per liberarsi a sua volta del tesoro e della sua cupidigia e riposare definitivamente in pace.
Curiosità: Nel castello di Graines è ambientata una parte del romanzo Il mercante di lana di Valeria Montaldi.