Anche noi in Italia abbiamo una mummia. E, come ogni mummia che si rispetti, ha la sua relativa maledizione.
Nel 1991, quando una coppia di escursionisti la scoprì, suscitò una grande attenzione da parte dei media, da allora è ricordata con diversi nomi: Mummia di Similaun, Uomo venuto dal ghiaccio, Iceman, Mummia dei ghiacci o, più semplicemente Ötzi o Oetzi. Gli studi fatti sulla mummia ha dimostrato che si trattava di un uomo dell’epoca del Rame, probabilmente di alta estrazione sociale dato il suo corredo, morto causa una freccia. Ma, per quanto interessante sia, in questo articolo non tratteremo le importantissime scoperte legate all’analisi di questa incredibile reperto, quanto ciò che avvenne alle persone che la scoprirono e la studiarono.
Innanzitutto dobbiamo annotare che nella borsa di Ötzi vennero rinvenuti funghi magici, due varietà di funghi con scarse proprietà commestibili ma ottimi curativi. Questo può lasciar intendere che Ötzi fosse uno sciamano, e quindi la sua maledizione pare ulteriormente avvalorata.
Il Dottor Rainer Henn fu il patologo che sollevò con le proprie mani Ötzi dal luogo del ritrovamento e lo depose nel sacco di plastica cerata. Nel Luglio 1992, neppure un anno dopo la scoperta di Ötzi, morì in un incidente automobilistico mentre si recava ad una conferenza proprio sulla Mummia.
Kurt Fritz era invece un esperto scalatore che guidò proprio il Dottor Henn e la sua squadra sul posto dov’era la mummia. Si dice che Fritz avesse ricevuto dei finanziamenti per la sua connessione alla scoperta e che organizzasse tour sul luogo dove Ötzi aveva riposato per migliaia di anni. Morì nel 1993 all’età di 52 anni, durante una escursione in un posto montano a lui molto famigliare, una valanga scesa improvvisamente colpì lui solo fra tutti i presenti.
Durante l’estrazione di Ötzi dal ghiaccio era presente anche il giornalista australiano Rainer Hoelzl che filmò tutto l’evento per la televisione austriaca. Quel filmato fece il giro del mondo dando una risonanza globale alla scoperta. Hoelzl, alcuni mesi dopo, si ammalò gravemente, pare un tumore al cervello, morendo dopo gravi sofferenze nel 2004 all’età di 47 anni.
Helmut Simon fu il turista tedesco che assieme alla moglie scoprì per la prima volta Ötzi fra i ghiacci. Dal 1991 aveva avviato una causa per essere riconosciuto come vero scopritore della mummia, cosa che gli venne riconosciuto solamente nel 2004 con un indennizzo di 50.000 sterline. Per celebrare la vittoria Simon, nell’ottobre del 2004, ritornò sul posto della scoperta, cosa che non aveva più fatto dal 1991. In quell’occasione cadde in un crepaccio fondo circa 200 metri, morendo all’età di 67 anni.
La squadra di ricercatori che trovarono Simon all’interno del crepaccio era capeggiata da Dieter Warnecke. Aveva 45 anni, ed era in piena forma fisica a detta di amici e familiari, ma un infarto la stroncò appena un ora dopo dalla sepoltura di Simon stesso.
Konrad Spindler fu il primo ad ispezionare il corpo di Ötzi. Soffriva già da tanti anni di sclerosi laterale amiotrofica che ebbe un repentino peggioramento nel 2005 portandolo alla morte all’età di 66 anni. A proposito della maledizione di Ötzi Spindler affermo: «Penso che sia un mucchio di spazzatura. È solo una gonfiatura mediatica. Di sicuro ora diranno che io sarò il prossimo»
Il dottor Tom Loy era il direttore dei Laboratori di Scienze archeologiche all’Istituto di Bioscienza Molecolare dell’Università del Queensland. Aveva lavorato molto su Ötzi, era entrato in contatto con la mummia e ne aveva scoperto ed esaminato diverse tracce di sangue. Poco dopo gli esami della mummia diagnosticarono a Loy una patologia del sangue che lo portò alla morte nel novembre del 2005. Malgrado la malattia di Loy fosse nota, la sua famiglia fu presa di sorpresa dalla sua scomparsa. Loy stava per terminare un libro su Ötzi, la famiglia avrebbe comunque voluto farlo pubblicare, ma non riuscirono più a trovare il manoscritto.
Questi sono gli 8 morti relativi alla Maledizione di Ötzi. Ovviamente molte altri scienziati sono entrati in contatto con la mummia rimanendo in salute, eppure la singolare maniera in cui sono morte queste persone può far sorgere il sospetto che non sia solo casualità.