Nella pittoresca campagna lucchese, tra le dolci colline di Segromigno in Monte, nella frazione di Capannori, sorge una delle più rinomate dimore della zona: Villa Mansi. Un’opulenta residenza che ha attraversato i secoli, narrando storie di nobili famiglie e intrighi soprannaturali.
Villa Mansi
Era la seconda metà del XVI secolo quando la famiglia Benedetti pose le prime pietre di questa sontuosa villa. Tuttavia, il destino della dimora prese una svolta significativa quando fu acquistata successivamente dalla nobile famiglia Cenami e poi dai Mansi, che la trasformarono nella loro residenza principale. La villa, con la sua facciata in stile manierista, un portico maestoso a tre arcate e un balcone centrale, divenne un simbolo di eleganza e raffinatezza.
Varcando le porte della Villa Mansi, ci si immerge in un mondo incantato di affreschi e decorazioni, tra cui spiccano le opere d’arte del salone centrale, dipinte da Stefano Tofanelli nel XVIII secolo. Le pareti raccontano storie di epoche passate, mentre il soffitto è adornato con la maestosità dell’arte barocca.
Ma il vero gioiello di questa dimora è il suo vasto parco, uno dei più grandi e suggestivi della Lucchesia. Dieci ettari di terra che custodiscono una straordinaria varietà di piante e fiori, fontane che danzano al ritmo della brezza e statue femminili che osservano silenziosamente il laghetto e il passare del tempo. Un luogo di pace e bellezza, arricchito da giochi d’acqua che creano melodie armoniose.
Piscina della Villa
La villa è avvolta da un’alta cinta muraria, e all’interno di questo scrigno di storia, troviamo non solo la residenza principale ma anche scuderie, limonaie ed edifici di servizio che raccontano l’antica grandezza di Villa Mansi.
Oggi, la dimora è aperta al pubblico durante tutto l’anno, accogliendo visitatori affascinati dalla sua storia e dalla sua bellezza senza tempo. La villa è anche il palcoscenico di numerosi eventi culturali e manifestazioni che portano nuova vita tra le sue mura antiche.
Ma Villa Mansi non è solo un luogo di storia e cultura; è anche il palcoscenico di una leggenda intrigante. Si narra di Lucida Samminiati-Mansi, sposa di Gasparre Mansi, che forse incontrò la sua fine a causa della peste nel 1649. La leggenda vuole che Lucida, desiderosa di giovinezza eterna e di lussuria sfrenata, avesse fatto un patto con il diavolo per ottenere trenta anni di avvenenza in più. Alla fine del patto, il diavolo l’avrebbe prelevata dalla sua camera da letto (stanza dove era solita incontrare i giovani amanti, per poi sbarazzarsene attraverso un macabro trabocchetto) e fu caricata su una carrozza infuocata per essere portata nel suo ultimo viaggio attraverso le acque della piscina, sita proprio nel parco della villa, noto come “Bagno di Venere”, verso l’inferno.
Lucida Samminiati Mansi
Ancora oggi, alcuni affermano di aver visto la spettrale figura di Lucida Mansi passeggiare nei giardini circostanti il lago, in cerca di giovani amanti nelle notti di luna piena. Descritta come “procace con gli adoratori palesi e prodiga di grazie con gli amanti segreti”, sembra che Lucida non abbia abbandonato la sua sete di incontri lussuriosi nemmeno dopo la morte. Si dice che, con la sua carrozza “Diabolica” allestita come una splendida alcova, continui a cercare l’amore proibito tra le ombre della notte e delle campagne circostanti il palazzo dando vita a una leggenda che si mescola con la magia intrinseca di Villa Mansi.