Quaregna-Cerreto (BI)
Nei ruderi del Castello di Quaregna, nel Biellese, si cela un’altra leggenda legata alla storia dei signori Avogadro.
Verso la fine del XII secolo, gli Avogadro costruirono la prima fortificazione del castello, quando la signoria degli Avogadro prese piede. Un tempo, il castello sorvegliava la strada che conduceva alla valle di Bioglio e alle montagne di Mosso, ma oggi questa via non viene più utilizzata.
Il castello e i suoi signori, guidati da Raniero Avogadro, vescovo di Vercelli, parteciparono a una crociata alle calcagna di Fra Dolcino, riuscendo a catturarlo durante la settimana santa del 1307. Fra Dolcino fu processato e bruciato sul rogo il 1º giugno dello stesso anno.
Un documento risalente al 1462 descrive l’insediamento come un castello consortile, composto da una torre, sette caseforti residenziali, un torchio per il vino, le prigioni, il tribunale e la cappella gentilizia. Ai piedi delle mura fortificate, vicino al torrente Quargnasca, si trovava un mulino con tre ruote, due utilizzate per macinare cereali e una per macinare la canapa.
La distruzione del castello avvenne per mano delle truppe francesi del maresciallo Cossè de Brissac nel 1556, e è proprio in questo periodo storico che la nostra leggenda trova radici. Si narra infatti che, prima di arrendersi all’assedio, la popolazione del castello nascose ogni bene prezioso in una camera segreta all’interno di un pozzo situato tra le mura del maniero. Da allora, si dice che ombre di spettri si aggirino tra i vari ruderi, custodi del segreto di quel pozzo antico, che nasconde tesori.
Il castello di Quaregna rimase di proprietà del ramo degli Avogadro fino al 1797.
Curiosità: Uno dei membri più famosi della famiglia degli Avogadro fu Tonino Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro, conte di Quaregna e Cerreto. Egli è stato un noto fisico e chimico italiano.