Nel cuore antico di Gallipoli, tra le strette vie che portano al mare, si trova un luogo carico di fascino e mistero: la chiesa di San Francesco d’Assisi, meglio conosciuta come la chiesa del Malladrone. Questo edificio sacro, affacciato sul lungomare Nazario Sauro, è uno dei tre che si ergono in fila lungo la costa, tutte a breve distanza l’una dall’altra. Al suo interno, un oggetto ha catturato l’immaginazione dei fedeli e dei visitatori per secoli: una statua lignea raffigurante Misma, uno dei due ladroni crocifissi accanto a Gesù, conosciuto come il Malladrone, il “cattivo ladrone”, per distinguerlo dal Buon Ladrone, Disma.

Chiesa di San Francesco D’Assisi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La statua, risalente al XIII secolo, fu commissionata da Don Giuseppe della Cuove, castellano di Gallipoli, e realizzata con grande maestria. Il volto di Misma è scolpito nel legno con un’espressione grottesca e tormentata, un mix di dolore e disperazione che rende questa scultura un unicum nel panorama artistico religioso. Testa, mani e piedi sono in legno, mentre il corpo è avvolto in stoffe che vengono periodicamente sostituite a causa della loro deteriorazione, dovuta non solo all’azione del tempo e della salsedine, ma anche – così dice la leggenda – al peso dei peccati del Malladrone.

Attorno a questa figura, nei secoli, si sono intrecciate numerose leggende. Una di queste narra che San Francesco d’Assisi, durante un viaggio a Gallipoli nel 1217, prima di imbarcarsi per la Terra Santa, incontrò uno dei due ladroni e, commosso dalla sua sofferenza, riuscì a convertirlo. Per questo, in segno di devozione, avrebbe fatto erigere la chiesa. Questo racconto si mescola con un altro più oscuro, che attribuisce alla statua poteri soprannaturali: si dice che chi la osserva con cattivi pensieri o con invidia possa subire la sua maledizione, mentre altri credono che Misma interceda presso Dio per i peccatori, nonostante la sua impenitenza in vita.

Statua del Malladrone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’attrazione esercitata dal Malladrone non si ferma alle credenze popolari; anche il celebre scrittore Gabriele D’Annunzio, durante un suo soggiorno a Gallipoli, rimase colpito dalla statua. Descrisse la scultura come un’opera di “orrida bellezza”, sottolineando la potente espressività del volto di Misma, capace di trasmettere emozioni profonde e contrastanti.

Visitare la chiesa del Malladrone significa immergersi in un’atmosfera ricca di storia, mistero e spiritualità. Le mura antiche, testimoni di secoli di devozione e leggende, e la figura tormentata del Malladrone, con il suo sguardo fisso e il suo ghigno beffardo, invitano i visitatori a riflettere sulla complessità dell’animo umano, sul confine sottile tra redenzione e dannazione.

Questa chiesa non è solo un luogo di culto, ma anche un contenitore di storie che parlano di peccato, perdono e giustizia divina. Oltre al culto dedicato a Lucia Solidoro, una giovane gallipolina morta in odore di santità, la chiesa ospita il culto legato al Malladrone. Si racconta che il peccato di Misma fosse così profondo da corrodergli non solo l’anima, ma anche le vesti, logorate al punto da dover essere sostituite regolarmente. Il lato del Malladrone è infatti visibilmente usurato, non solo per l’effetto del tempo, ma anche per la salsedine che penetra le mura del Calvario, essendo esposto al mare.

La leggenda più cupa narra che, di notte, Misma si stacchi dalla croce e si aggiri con il suo ghigno minaccioso per punire i malvagi, tirando loro i piedi nel sonno e apparendo nei loro incubi più spaventosi. Si dice inoltre che i denti della statua siano veri, forse appartenuti a un condannato a morte o, secondo altre voci, addirittura allo scultore stesso, Vespasiano Genuino, un artista di cui si sa poco, ma che avrebbe lasciato in quest’opera un frammento di sé.

Questo luogo, intriso di storia e leggenda, continua a esercitare un fascino irresistibile su chiunque vi metta piede, rivelando a ogni visita un nuovo dettaglio, un nuovo segreto, un’altra sfumatura di un’umanità complessa e misteriosa, racchiusa nel volto di legno del Malladrone.

 

 

AUTORE


Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Oggetti
Ubicazione : Europa / Italia / Puglia
Accesso : Pubblico
Stato di Conservazione : Ottimo
Accesso con Animali : Da Verificare
Accesso con Disabilità : Da Verificare
Raggiungibilità : In auto
Servizi Igienici : Da Verificare
Note : Essendo luogo di culto, portare il rispetto che richiede.
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