Nella suggestiva Valle Brembilla, un luogo dove la storia sembra sospesa nel tempo, si erge maestoso un antico ponte noto come “Cappello”. Questa struttura, con il suo caratteristico aspetto ad arco a schiena d’asino, è un punto di riferimento imprescindibile per quanti si avventurano lungo la strada provinciale 24. Lo si incontra poco dopo l’incrocio con la strada statale 470 della Valle Brembana, nei pressi dei Ponti di Sedrina.
Il nome “Cappello” è un richiamo alla famiglia Capelli, l’ultima ad abitare la casa adiacente al ponte fino agli anni ’50. Questa dimora era conosciuta come “DEL NEGRO”. Ma va notato che questa denominazione non è antica, poiché in una mappa napoleonica datata 1812, il ponte appare semplicemente come “Ponte di Ubiale”.
La data precisa della costruzione del ponte nel periodo medievale rimane avvolta nel mistero, ma grazie alle ricerche del monsignor Giulio Gabanelli e del professor Giuseppe Pesenti, condotte negli archivi territoriali, siamo portati a credere che il ponte potrebbe risalire al 1235, contemporaneamente alla costruzione del Ponte Attone a Clanezzo. Questo antico passaggio serviva principalmente la Corte di Lemine, creando una connessione tra le proprietà della Corte che si estendevano attraverso il borgo di Ubiale. Il ponte superava con grazia il torrente Brembilla, continuando lungo una mulattiera nota come Via Meneghina o Strada Taverna, che si snodava attraverso il versante sinistro del fiume Brembo e conduceva in diverse località della Valle Brembana.
Ma ciò che rende ancora più intrigante la storia di questo ponte è un particolare dettaglio inciso su una pietra del suo contrafforte sul lato destro. Inizialmente, sembra raffigurare un volto umano dalle fattezze demoniache, con una bocca spalancata e occhi sbarrati. Tuttavia, uno sguardo più attento svela una chiara somiglianza con una criniera, identificando così il simbolo come un leone. Questo leone rappresenta la Serenissima Repubblica di Venezia, che detenne il dominio sulla regione bergamasca a partire dal 1428. In origine, questa pietra era posizionata al centro del parapetto del ponte, ma dopo il crollo avvenuto nel 1795 a causa di un’epica inondazione, fu spostata in una posizione meno prominente, come a simboleggiare la diminuzione della sua importanza durante la ricostruzione sotto l’egida napoleonica.
Tuttavia, una leggenda affascinante ruota attorno a questa misteriosa immagine. Si narra che in tempi passati, le mamme minacciassero i loro figli capricciosi o dispettosi, portandoli di fronte a questo simbolo “demoniaco”, sperando di incutere timore e ottenere obbedienza.