Nel cuore della città di San Marino, un luogo sacro di grandissima importanza sorge con maestosità: la Basilica di San Marino. Questa sontuosa chiesa cattolica rappresenta il principale luogo di culto della città, dedicata al patrono sia della città che dello Stato. La sua imponente struttura si staglia con fierezza sulla piazza Domus Plebis, dominando l’orizzonte con la sua magnificenza.
La Basilica di San Marino è così rilevante che è stata impressa sulle monete euro sammarinesi da dieci centesimi della prima serie, a testimonianza della sua importanza nella cultura e nella storia di San Marino.
Sul retro della basilica si estendono gli Orti dell’Arciprete, un luogo suggestivo spesso utilizzato per concerti e altri eventi speciali. È un’oasi di tranquillità e bellezza, circondata dalla magnificenza della basilica.
Tuttavia, la storia di questa basilica è antica, risalente a tempi molto lontani. Già nel IV secolo, un piccolo luogo di culto dedicato a San Marino Diacono sorgeva in questo sito. I primi documenti che attestano l’esistenza di questa chiesa risalgono al 530, tra cui “La Vita di San Severino” scritta dal monaco Eugippio e il “Placito Feretrano” dell’885. Il primo documento che si riferisce direttamente alla Pieve di San Marino risale al 31 luglio 1113.
Attraverso i secoli, la chiesa originale aveva subito notevoli danni ed era in uno stato di degrado significativo all’inizio del XIX secolo. Così, nel 1807, fu deciso di demolirla e commissionare la progettazione di una nuova chiesa all’architetto bolognese Antonio Serra. Il 24 luglio 1825, il Consiglio Grande e Generale approvò il progetto, dando inizio alla costruzione nel luogo in cui sorgeva l’antica Pieve. Questo lungo processo di costruzione si concluse nel 1838, quando la nuova basilica fu solennemente inaugurata alla presenza del vescovo del Montefeltro, Crispino Agostinucci, e dei Capitani Reggenti. La costruzione di questa imponente chiesa costò 40.150 scudi e 76 baiocchi ed è diventata un simbolo di fede e devozione per i cittadini di San Marino.
Nel 1926, la basilica ricevette un riconoscimento di grande rilevanza quando Papa Pio XI la elevò al rango di basilica minore, sottolineando ulteriormente la sua importanza spirituale.
Nel corso dei decenni, la basilica ha attirato l’attenzione di importanti figure religiose. Il 29 agosto 1982, Papa Giovanni Paolo II visitò questa basilica, seguito il 19 giugno 2011 da Papa Benedetto XVI. Entrambi questi papi hanno onorato le reliquie di San Marino, rafforzando il significato religioso e storico di questo luogo sacro.
La Basilica di San Marino rimane un faro di fede e cultura nella città, un luogo in cui la storia si intreccia con la devozione, e la maestosità architettonica si unisce alla spiritualità. La sua presenza continua a ispirare e unire la comunità di San Marino attraverso le generazioni.
Ma chi era Marino? Inoltriamoci nella leggenda del Santo e della fondazione della città.
La leggenda che circonda la nascita della Repubblica di San Marino è un racconto avvolto di mistero, interamente legato alla figura di un tagliapietre dalmata. Questo racconto, tramandato attraverso le ere e scritto in latino da un autore anonimo nel decimo secolo, ci porta indietro nel tempo, fino al 257 d.C., all’epoca degli imperatori romani Diocleziano e Massimiano. In quel periodo, la città di Rimini si trovava a ricostruire le sue mura, devastate dopo un assedio del re dei Liburni.
Quest’urgente necessità richiamò a Rimini una considerevole quantità di manodopera in cerca di lavoro, tra cui molti tagliapietre provenienti dalla Dalmazia, tra cui spiccavano Marino e Leo, due scalpellini di fede cristiana che erano giunti dall’isola di Arbe.
Non è del tutto chiaro se Marino fosse giunto a Rimini in cerca di lavoro o in fuga da una persecuzione religiosa. Ciò che è certo è che a Rimini, Marino si distinse per le sue notevoli abilità nel lavoro e per la sua forte fede cristiana.
Dopo un po’ di tempo, Marino e Leo decisero di salire sul vicino Monte Titano per estrarre pietra e lì si stabilirono, lavorando instancabilmente per tre anni.
Successivamente, Leo decise di ritirarsi sul monte Feretro, situato a pochi chilometri dal Titano (San Leo), dove costruì una piccola celletta e un modesto oratorio per la preghiera.
Marino, d’altro canto, fece ritorno a Rimini e vi rimase per altri dodici anni. Tuttavia, a un certo punto, fu costretto a fuggire e cercare rifugio nuovamente sul Monte Titano. La causa di questa fuga fu una donna malvagia e posseduta proveniente dalla Dalmazia, che affermava di essere la legittima moglie di Marino, abbandonata da lui in modo spregevole.
Ai piedi del Monte Titano, nelle vicinanze di una località chiamata Baldasserona, Marino visse senza una dimora fissa per un anno, cercando di nascondersi. La sua presenza fu scoperta casualmente da alcuni pastori locali, che diffusero la notizia.
La presunta moglie giunse sul luogo e, per sei giorni e sei notti, Marino si ritirò in un digiuno e nella preghiera, finché la donna fu costretta a lasciare la zona.
Dopo questi eventi, Marino si spostò sulla cima del monte, dove costruì una piccola cella e una modesta chiesetta. Tuttavia, questa sistemazione non piacque a Verissimo, il figlio di una nobildonna locale di nome Felicissima, che riteneva di essere la legittima proprietaria del luogo.
Verissimo tentò di cacciare l’eremita con la forza, ma improvvisamente cadde paralizzato, incapace di muovere braccia e gambe. Sua madre Felicissima capì che la paralisi del figlio era il risultato dell’offesa fatta al santo uomo e supplicò Marino di restituire la salute a Verissimo. In cambio, gli avrebbe concesso qualsiasi cosa desiderasse. Marino acconsentì e restituì la salute a Verissimo. Tuttavia, in cambio, chiese solo un lembo del Monte per praticare la sua spiritualità.
Felicissima non solo acconsentì alla richiesta del Santo, ma gli donò l’intero Monte e aggiunse delle terre limitrofe. Su queste terre, Marino costituì una comunità di cristiani, un luogo in cui la fede e la devozione potessero prosperare.
Il Santo Marino visse fino al 301 d.C. e alla sua morte pronunciò queste parole: “Relinquo vos liberos ab utroque homine” – “Vi lascio liberi dall’uno e dall’altro uomo”, riferendosi al Papa e all’Imperatore.
Ogni anno, il 3 settembre, la Repubblica celebra la sua fondazione e onora il suo patrono, San Marino, mantenendo viva la memoria di questa incredibile leggenda che ha plasmato le fondamenta della nazione.