Comune di Sarsina (FC), frazione di Montalto, qui in mezzo alla natura sorgono i resti dell’Abbazia di San Salvatore in Summano.
Essa ha origini antichissime, forse costruita prima dell’anno 1000, già il nome “Summano” sembra derivare dalla divinità romana Plutone e pare che la struttura abbaziale si eregga sulle rovine di un tempio pagano dedicato allo stesso Plutone o al dio Giove “Summo Mane”.
Le sue origini storiche documentate partono dal 1041 con un atto notarile dove si riporta che a dirigere la struttura era l’Abate Graziano.
Inizialmente l’abbazia ospitava l’ordine benedettino per poi passare a quello camaldolese.
La pianta della chiesa è molto semplice nel suo insieme, a navata unica, sul fondo si apre un’abside circolare. Sul lato sinistro vi erano due stanze, probabilmente costituenti la canonica, una delle quali è crollata e dietro quella rimanente si erge il piccolo campanile.
Oggi la struttura si presenta con le pareti esterne quasi del tutto intatte, mentre manca completamente il tetto, crollato dopo un’abbondante nevicata nel 1891, ma nonostante ciò l’Abbazia conserva ancora un grande fascino perché visitando il suo interno e alzando lo sguardo al cielo ci si sente come se si fosse finiti dritti in paradiso.
Attualmente la chiesa, nonostante le origini remote, conserva ben pochi elementi antichi; essi furono trasferiti per ragioni di sicurezza nella vicina basilica di Sarsina dedicata a San Vicinio (approfondimento più avanti in altro articolo) per evitare che fossero trafugati o deturpati da malintenzionati. Si tratta di un “Tegolone con basso rilievo di grifo alato”, un rarissimo elemento architettonico di arte romanica (sec. XIII°) e di una lastra marmorea del X° secolo, che rappresenta Cristo tra gli arcangeli Gabriele e Michele.