Toscana, Val di Merse, Montesiepi (Siena). Conficcata nella pietra da San Galgano nel 1180, giace la spada nella roccia.
L’abbazia di San Galgano è un’abbazia cistercense sita ad una trentina di chilometri da Siena, nel comune di Chiusdino. Il sito è costituito dall’eremo (detto “Rotonda di Montesiepi”) e dalla grande abbazia, ora completamente in rovina e ridotta alle sole mura.
Chi era San Galgano? Di san Galgano, proprietario del luogo e che si festeggia il 3 dicembre, si sa che morì nel 1181 e che, convertitosi dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza.
Il momento culminante della conversione avvenne nel giorno di Natale del 1180 quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada, allo scopo di trasformare l’arma in una croce; in effetti nella Rotonda c’è un masso dalle cui fessure spuntano un’elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglas. L’evidente eco del mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della Tavola Rotonda e la storia del santo chiusdinese.
In molte biografie di San Galgano, compresa la Vita Sancti Galgani de Senis si accenna a contatti che il santo avrebbe avuto con l’eremo di San Guglielmo di Malavalle (Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto). Molte sono le affinità tra i due personaggi: entrambi cavalieri, entrambi decisero di votarsi alla vita eremitica abbandonando la milizia terrena, entrambi hanno legami con la materia arturiana. San Galgano infigge la spada nella roccia con gesto simile ma inverso a quello di Artù che la estrae. Guglielmo, secondo una tradizione popolare antica in certi comuni della zona (Castiglione della Pescaia, Tirli, Buriano, Vetulonia) sarebbe in realtà Guglielmo X d’Aquitania, padre di Eleonora alla cui corte operò Chrétien de Troyes, autore du Le Roman de Perceval ou le conte du Graal nel quale compare per la prima volta il Santo Graal. Guglielmo X duca d’Aquitania morì nel 1137 mentre stava recandosi in pellegrinaggio a Santiago de Compostela ma nessuno vide mai la sua salma. Lasciò erede del suo vastissimo dominio la figlia Eleonora. Potrebbe essere il santo di Malavalle che compare in Maremma alcuni anni dopo questi fatti. Per la prima volta se ne fa menzione nella Vita S. Guilelmi scritta dopo il 1210. Una decina di anni fa indagini scientifiche eseguite sulle reliquie di San Guglielmo, compresa quella del DNA mitocondriale, rendono fortemente probabile l’origine nordica del personaggio. (Cit. Wikipedia)
Detto questo… tirate voi le somme, ma le coincidenze sono curiose, non trovate?
Curiosità: il suggestivo sito dell’abbazia è stato utilizzato per ambientare i film Nostalghia di Andrej Tarkovskij (1983), Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996), Paolo Barca, maestro elementare, praticamente nudista con Renato Pozzetto (1975) e la scena finale del film Il riposo del guerriero di Roger Vadim (1962).
All’interno della chiesa è stato anche girato il videoclip dei Pooh La casa del Sole. Inoltre nell’abbazia è stata girata una scena del film di Checco Zalone Sole a Catinelle.