Un trono di ferro meteoritico. Potrebbe essere questo il «grande segreto» celato dalla camera dei misteri della Piramide di Cheope, la cavità recentemente scoperta all’interno della tomba del faraone nella piana di Giza, in Egitto. A dare questa interpretazione è il professor Giulio Magli, matematico e archeoastronomo del Politecnico di Milano.
La sua ricerca è stata appena pubblicata su arXiv e ipotizza che quell’enorme cavità – presentata al mondo lo scorso novembre da un team di ricercatori guidato da Mehdi Tayoubi (Hip Institute, Parigi) e Kunihiro Morishima (Università di Nagoya, Giappone) – custodisca al suo interno il trono di ferro che serviva al faraone per raggiungere le stelle del Nord, ovvero per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio verso l’aldilà.
Utilizzando una tecnica non invasiva – basata sulla misurazione di particelle elementari generate nei raggi cosmici – i ricercatori hanno attestato la presenza di una grande camera segreta. E da quel momento si è aperta la sfida per capire cosa custodisca e a cosa fosse destinata.
All’interno della piramide ci sono quattro condotti strettissimi, che puntano verso le stelle. Uno di questi è già stato esplorato senza risultati, mentre il foro più a nord è tutt’oggi sigillato. E per Magli potrebbe essere proprio quella la via che conduce alla «sala del trono».
«La piramide di Cheope – spiega l’archeoastronomo – è stata costruita intorno al 2550 avanti Cristo ed è uno dei monumenti più grandi e complessi della storia dell’architettura: le sue camere interne sono accessibili attraverso stretti condotti, uno dei quali, prima di arrivare alla camera funeraria, si allarga e si alza formando improvvisamente la cosiddetta Grande Galleria. La stanza appena scoperta è proprio sopra questa galleria, ma non ha una funzione pratica di scarico del peso che grava sopra la Grande Galleria, perché il suo tetto era già stato costruito con una tecnica a spiovente proprio per questo motivo».
C’è quindi un’altra «possibile interpretazione, che è in buon accordo con ciò che sappiamo sulla religione funeraria egiziana come testimoniato nei Testi delle Piramidi: in questi testi si dice che il faraone, prima di raggiungere le stelle del nord, dovrà passare per le porte del cielo e sedersi sul suo trono di ferro», afferma il professor Magli.
Ora, per confermare questa ipotesi si dovrebbe fare una nuova esplorazione all’interno della piramide, prima di tutto per confermare che il canale conosciuto porti effettivamente alla sala del trono, e poi guardare cosa c’è realmente al suo interno, visto che le immagini disponibili sono troppo approssimative per capirlo.
Per farci un’idea sulle fattezze del trono, basterebbe guardare quello della madre di Cheope, la regina Hetepheres, ricostruito dalla Harvard University: una sedia in legno di cedro ricoperta d’oro e ceramica. Anche se quello di Cheope «potrebbe essere rivestito con sottili lamine di ferro meteoritico, cioè di ferro ad alta percentuale di nichel proveniente da meteoriti ferrose».
Un mistero nel mistero, per la più antica delle sette meraviglie del mondo antico, l’unica a rimanere in gran parte intatta, custodendo così il suo incredibile fascino ammirato da milioni di turisti ogni anno.
di: NOEMI PENNA
Fonte: La Stampa
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