Benevento: le antiche tradizioni della Città della Streghe

Benevento: le antiche tradizioni della Città della Streghe

La città di Benevento tra le sue tradizioni natalizie con i suoi mercatini e il fascino della Città delle Streghe

Ph. Credit: Comune di Benevento

Benevento è la città campana che forse più di tutte le altre si avvolge in un alone di mistero. Questo accade perché legata ad una serie di eventi che spesso l’hanno vista sinistra, leggende legate alle sue antiche tradizioni che, nel corso dei secoli, hanno assunto significati diversi.

 

Origini della città

La leggenda più antica è quella che riguarda le origini di Benevento. Si crede infatti che la città sia stata fondata all’eroe greco Diomede, sbarcato in Italia dopo la distruzione e l’incendio di Troia, e che avrebbe portato in città una zanna del mitico Cinghiale Calidonio ucciso da suo zio Meleagro, oggi simbolo di Benevento.

In realtà, la fondazione si dovrebbe ai Sanniti Irpini. Uno dei suoi primi nomi accarezza in un certo senso l’aura di mistero e stregoneria della città. In passato infatti Benevento era conosciuta con il nome di Maleventum. In realtà la parola Malies (o Malocis), nome probabilmente osco, sarebbe all’origine del primo nome della città che era Maloenton, da cui quello latino di Maleventum o Maluentum.

Furono poi i Romani, quando venne dedotto nel 268 a.C. il primo stanziamento di coloni romani con diritto latino, a dare alla città il nome di Beneventum, mutato da Maleventum, considerato di cattivo augurio.

 

Benevento: la Città delle Streghe

Benevento continua ad ammantarsi di fascino per la sua fama di “Città delle Streghe”. In epoca longobarda era infatti consuetudine svolgere una serie di riti pagani che avevano luogo nei pressi delle rive del fiume Sabato.

Si tratta dei rituali delle Janara, donne terrene collegate alla Luna da cui carpivano quale fosse il momento giusto per la semina e per la raccolta. Si racconta che fossero solite cantare ritornelli simili ad incantesimi, ballare intorno agli alberi e avvicinarsi ai serpenti uscendone illese, lungo le rive del fiume, più precisamente in quella che da allora è conosciuta come Ripa di Janara.

Le Janara si univano in cerchio intorno all’antico Noce di Benevento. Un albero oggi simbolo della città che fu scelto per la sua imponente altezza, perché sempreverde e per le sue proprietà e la sua energia che pare fossero davvero molto significative. Seguivano poi delle danze e rituali precisi. Alcune leggende narrano che persino avessero la capacità di rendersi informi e di contaminare così con le loro magie gli ignari cittadini.

Queste antiche tradizioni longobarde nel Medioevo vennero però etichettate dalla chiesa cattolica come riti demoniaci e furono collegati ai Sabba. Fu dunque questa l’epoca della caccia alle streghe e che portò a numerose vittime. Fu così che i festeggiamenti delle fanciulle immerse nella natura cessarono e della Città delle Streghe rimase solo il ricordo ed un certo alone di mistero.

 

I Sanniti ed i riti pagani

Alcune testimonianze fanno invece risalire il mistero delle Streghe di Benevento ad origini ancore più antiche, legate alle antiche popolazioni sannitiche che abitavano la zona e che fondarono la città. I Sanniti, popolo di agricoltori, concepivano il proprio mondo come popolato di poteri e spiriti misteriosi che ispiravano timore reverenziale e di cui ci si doveva assicurare il benvolere.

Questi numina, sia benevoli che malevoli, si doveva conquistare il favore ed evitare l’inimicizia. Nella casa era necessario mantenere la benevolenza delle forze immanenti a zone cruciali come la porta, il focolare e la dispensa; nei campi, quella degli spiriti dei confini, delle sommità, delle caverne, dei boschi, dei ruscelli, delle sorgenti e dei luoghi di sepoltura. I Sanniti erano dunque soliti partecipare a riti magici, feste sacre e recitare preghiere, nonché canti popolari, rivolti alla natura, per ingraziarsi gli spiriti.

Ma anche se questi rituali, qualsiasi fosse la loro origine, sono ormai perduti, hanno creato intorno alla città di Benevento, un’aura esoterica e misteriosa che ancora oggi attira moltissime persone.

 

Benevento e le sue tradizioni natalizie

Ma le antiche tradizioni di Benevento non sono solo quelle legate a rituali e stregoneria. Molto forti sono anche le tradizioni della città legate al Natale. Anch’esse risalgono alle origini sannite e romane della città.

Quando l’antica religione dei Sanniti venne romanizzata anche nel beneventano si iniziarono a celebrare i riti legati al “Dies Natalis Sol Invictus”, che si tenevano appunto il 25 dicembre, a ridosso del Solstizio d’Inverno e che sono all’origine del Natale.

Sempre nel periodo romano, la città di Benevento era famosa per le sue prelibatezze culinarie, tra cui il “Cardo”, o Cardone, il quale divenne un piatto “natalizio” tutt’oggi parte della tradizione natalizia beneventana.

Ma la pietanza che più di tutti simboleggia la città è il torrone, conosciuto già ai tempi dei Romani quando veniva chiamato anche “cupeta”, termine che deriva da “cupedia” (leccornia). Secondo la leggenda della famosa battaglia delle Forche Caudine, il popolo sannita dopo aver sconfitto i Romani, li fece prigionieri. Spesso i soldati romani preferivano lasciarsi morire di fame piuttosto che rimanere prigionieri, ma nessuno di loro riusciva a resistere alla bontà della cupeta.

Gli ingredienti della cupeta sono miele, albume d’uovo, mandorle o nocciole. La differenza tra cupeta e torrone è nella cottura. In passato infatti gli ingredienti venivano amalgamati e cotti a vapore; oggi invece, il tutto viene tostato, da qui il nome “torrone” (dal latino torreo, ovvero “abbrustolire”).

Per chi volesse gustare le prelibatezze natalizie di Benevento e vivere l’atmosfera natalizia della città, sono da non perdere i mercatini di Natale della città, organizzati dall’associazione culturale Il Sannita, che si tengono dall’8 dicembre al 6 gennaio.

Ph. Credit: Comune di Benevento

By: Valeria Magliani
10 Febbraio 2024Comments Off
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