Oltre a importanti fatti storici, il Castello Dal verme di Zavattarello è stato anche testimone di numerosi strani eventi che restano tutt’ora senza una plausibile spiegazione. Essi sono attribuiti allo spirito di Pietro dal Verme, signore del castello nel XV secolo.
Pietro era promesso sposo a Chiara Sforza, figlia naturale del potente signore di Milano Galeazzo Maria: si trattava di pure nozze di convenienza per rinsaldare l’unione tra il signore di Milano e uno de suoi più potenti vassalli.
Il signore di Zavattarello però si era innamorato di Cecilia Del Maino, figlia del consigliere ducale Andreotto. Con quest’ultimo, il dal Verme iniziò a trattare per poter sposare la sua amata, ma agli Sforza la cosa non piacque: Galeazzo Maria fece quindi arrestare Pietro per disobbedienza, nel tentativo di convincerlo alle nozze con sua figlia Chiara. Grazie alla mediazione di Federico da Montefeltro, il dal Verme venne infine liberato, ma non volle cedere al matrimonio con la Sforza. Passarono alcuni anni e, infine, Pietro ottenne l’agognato consenso alle nozze con l’amata Cecilia.
La coppia visse insieme felice fino alla morte prematura di lei nel marzo 1479. Poiché Chiara Sforza era ancora nubile, la primavera seguente venne celebrato il tanto rimandato matrimonio tra lei e Pietro.
Però gli storici dell’epoca dicono che la sposina non avesse accettato il fatto che Pietro le avesse preferito un’altra donna: il matrimonio era stato sì di convenienza, ma lei era pur sempre una Sforza. Così, istigata forse dallo zio Lodovico il Moro, che avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte del dal Verme, Chiara uccise suo marito.
Si vocifera che il 17 ottobre 1485 la donna abbia aggiunto un potente veleno alla colazione di Pietro: per il dal Verme non ci fu scampo.
Qui finisce la storia e comincia la leggenda.
Numerose sono le testimonianze di avvenimenti inspiegabili accaduti nelle sale del castello di Zavattarello, e persino i documenti dell’Ottocento concordano nel definire una delle camere da letto dell’ultimo piano “la stanza degli spiriti“. Proprio questa era la stanza che tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila ospitava una ormai celebre sedia.
Questa sedia era stata collocata in quella sala dell’ultimo piano per far accomodare i visitatori che preferivano non salire la ripida scala che conduce alla torre, ma è stata rimossa a seguito delle proteste delle donne delle pulizie, che la trovavano ogni volta in una posizione diversa da quella in cui l’avevano lasciata.
Negli ultimissimi anni sembra che sia avvenuta un’intensificazione di strani fenomeni all’interno del Castello: quasi regolari sono i rumori sospetti uditi dal personale, ma non mancano testimonianze da parte anche dei visitatori occasionali. Nell settembre 2011, durante il concerto “Note al Museo”, un fatto strano è stato documentato per caso dalle telecamere che riprendevano l’evento. Dietro al palco dove si esibivano i musicisti, nella Sala delle Feste, si trovano due porte, che erano entrambe chiuse perché conducevano a un’area del castello che quella sera non era utilizzata. Durante il concerto, una delle due porte si aprì: per prima cosa si pensò subito a una corrente d’aria, ma questa idea venne presto smentita. Poco dopo, infatti, la porta si richiuse con un evidente movimento della maniglia: dai racconti dei testimoni oculari e dalle prove video pare certo che dietro la porta non ci fosse nessuno.
I musicisti non si accorsero di nulla e continuarono a suonare, finché a un certo punto il pianista si accorse di non avere più uno dei suoi spartiti. Lo cercò a lungo senza riuscire a trovarlo, quindi se ne fece prestare una copia da una collega e il concerto proseguì senza intoppi. Al termine, musicisti e pubblico si spostarono in un’altra sala per un rinfresco finché, dopo la mezzanotte, musicisti e personale del castello tornarono nella Sala delle Feste per radunare gli strumenti e andare a casa. Appena avvicinatosi al pianoforte, il pianista si accorse che sul leggio era posato lo spartito mancante, come se non si fosse mai spostato da lì.
Su questa leggenda e sui racconti dei testimoni di strani eventi indagano dal 2013 i ricercatori del paranormale.
Il gruppo hesperya di Brescia ha compiuto diversi sopralluoghi nel Castello di Zavattarello, durante i quali sono state registrate anomalie sospette. Di queste, due sono particolarmente rilevanti.
Nel marzo 2013, un registratore lasciato in rec in una delle prigioni del castello ha registrato una presunta voce maschile che sembra domandare “chi siete”. Molto curioso è anche un suono rimasto impresso nelle registrazioni di due telecamere che stavano riprendendo immagini di repertorio delle sale del piano nobile: sono state registrate tre note musicali prodotte da uno strumento che non è stato udito a orecchio nudo.
Durante un secondo sopralluogo nel luglio dello stesso anno, è stata registrata da una videocamera handycam quella che viene definita una vera e propria voce incorporea, udita anche a orecchio nudo da alcuni membri del gruppo in diretta: si può sentire distintamente nella registrazione una voce che chiama per soprannome (“Roby”) un componente del gruppo.
Le indagini sono proseguite l’anno successivo con la collaborazione dei meticolosi Indagatori del Paranormale di Melegnano. In particolare, ci sono alcuni aspetti del castello che hanno stupito il loro ingegnere del suono, che nella sua esperienza non ha mai incontrato un luogo con caratteristiche simili al castello di Zavattarello. Sarebbe interessante approfondire sempre più scientificamente tutte queste anomalie.
Intanto, gli avvenimenti inspiegabili continuano…
Sara Rossi