Nel pittoresco villaggio di Brusson Fontaine, situato in Valle d’Aosta, spicca quella che è conosciuta come la “Maison du Compte Challant”. È qui, nel 1451, che si tenne il processo di Caterina di Challant, una donna audace dall’animo ribelle, accusata di ribellione e stregoneria.
Per comprendere appieno chi fosse Caterina, dobbiamo fare un tuffo nel passato.
Caterina di Challant, la contessa dalla personalità ribelle, è da considerarsi uno dei personaggi più amati della Valle d’Aosta. La sua famiglia nobiliare deteneva un notevole potere durante il Medioevo e il Rinascimento, governando gran parte della regione per conto dei Savoia. Essi erano una delle quattro antiche famiglie che presiedevano alle Assemblee generali del Ducato d’Aosta. Nel 1424, Amedeo VIII trasformò la Signoria di Challant in Contea, nominando il primo conte Francesco. Alla sua morte nel 1442, Caterina e sua sorella Margherita ereditarono tutti i suoi beni. Tuttavia, la successione fu osteggiata dai parenti maschi, in particolare dal cugino Giacomo di Challant-Aymavilles, sostenuto dal duca di Savoia, che invocò la Legge Salica* per appropriarsi dei feudi.
*«De terra vero nulla (salica) in muliere hereditas non pertinebit, sed ad virilem sexum qui fratres fuerint tota terra pertineat» – «Nessuna terra (salica) può essere ereditata da una donna, ma tutta la terra spetta ai figli maschi».
Dopo anni di litigi, nel 1456, il cugino Giacomo, con l’aiuto del fratello Guglielmo, governatore di Vercelli, assediò i castelli di Châtillon e Verrès. Caterina, forse colta alla sprovvista, chiese aiuto al marito, che abbandonò la Rocca per soccorrerla. Purtroppo, nei pressi della Prevostura di Saint-Gilles, cadde in un’imboscata e perse la vita.
La sua strenua resistenza vacillò, e nel dicembre del 1456, Caterina si arrese, cedendo i feudi di Challant, Verrès, Issogne e Graines al cugino Giacomo, che divenne così il secondo conte di Challant. Caterina fu persino accusata di stregoneria per presunti sortilegi contro Casa Savoia, ma soprattutto per il suo potere di soggiogare gli altri con il suo sguardo penetrante e le sue doti persuasive. Alta, slanciata, con capelli rossi e occhi scuri, Caterina di Challant era una figura affascinante e indomabile.
Dopo essere stata prosciolta da tutte le accuse mosse contro di lei, Caterina finalmente trovo la pace. Tuttavia, i suoi ultimi anni furono avvolti dal mistero, poiché gli altri rami della famiglia Challant e i duchi di Savoia sembravano preferire cancellare il suo ricordo. Non si sa con certezza dove riposino le sue spoglie, ma la cripta funeraria nella Prevostura di Saint-Gilles potrebbe essere il luogo più probabile poichè un suo possibile affresco la ritrae in quel luogo.
Secondo le leggende, Caterina di Challant continua a manifestarsi in luoghi legati alla sua storia, come il castello di Châtillon e lungo il torrente Evancon. A Brusson, nella Maison du Compte Challant, si sono verificati eventi insoliti, coincidenti con l’apparizione di una donna vestita di scuro, identificata come la focosa Caterina. Testimoni l’hanno vista seduta su una poltrona, guardando con tristezza fuori da una finestra e nervosamente tormentando un fazzoletto con il quale si asciugava gli occhi imperlati di lacrime.
La figura di Caterina di Challant rimane un elemento significativo nella storia della Valle d’Aosta, simbolo di emancipazione femminile e affermazione dei diritti delle donne.
Curiosità:
La sua storia è stata raccontata in diverse opere letterarie e teatrali, tra cui il romanzo “La Castellana” di Guido Rey e la pièce teatrale “Caterina di Challant” di Mario Pomilio.
Oggi, Caterina di Challant è al centro del Carnevale storico di Verrès, svolto ogni anno a febbraio. Nel corteo storico, la figura della Castellana, interpretata da una donna, è la protagonista, portando avanti la memoria di Caterina di Challant attraverso le vie del paese.