Il castello di Lagopesole chiamato “Lu Cuastiedd” in aviglianese è un castello medievale di epoca federiciana situato su una collinetta alla quota di 820 m sul livello del mare, posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano, in Basilicata.
Il castello sorge nel borgo di Lagopesole, che aprendosi a ventaglio sul fianco rivolto a sud della suddetta collina fa parte del comune di Avigliano, in provincia di Potenza.
A questo maniero sono legate due leggende; la prima narra dell’incarcerazione di Elena Ducas, la moglie di Manfredi di Svevia, figlio del grande Federico II. Elena pare abbia avuto vita breve, morì senza compiere neppure 30 anni, perchè in seguito alla morte del marito venne imprigionata da Carlo d’Angiò .
Elena nella totale tristezza e nel dolore si lasciò morire d’inèdia. A rincarare la dose per questa povera donna fu il fatto che questa rocca era la stessa in cui ebbe vita felice con la sua famiglia, qui passò i più bei momenti della sua esistenza. La leggenda narra che lo spirito della sventurata Elena, chiamata anche “Elena degli angeli”, non abbia mai abbandonato questo luogo, perchè in eterna attesa del ritorno dell’amato marito e dei suoi figli.
Si dice che al tramonto si possa a volte intravvedere il fantasma della bellissima donna vestita di bianco, nascosta dietro le tende di una della finestre e con in mano una lanterna, a guardare desolata l’orizzonte lontano. Si dice che lo stesso Manfredi avvolto da un manto verde cavalchi uno splendido cavallo bianco nella campagna circostante alla ricerca a sua volta dell’amata. Ma nessuno dei due riesce a scorgere l’altro e si perdono in un’eterna ricerca, destinati anche nell’aldilà a non incontrarsi mai.
Un altro mistero aleggia sul Maniero: sul torrione del castello vi è un ingresso posto a 4 metri di altezza che sembra una gigantesca finestra. Vi sono ai lati due mensole raffiguranti teste umane: a destra vi è il volto di Beatrice, la seconda moglie di Federico Barbarossa, mentre a sinistra viene rappresentato lo stesso imperatore, provvisto di corona, lunghi capelli e orecchie d’asino.
Simbolicamente queste orecchie esagerate dovrebbero rappresentare il potere del sovrano di ascoltare tutto e tutti, ma vi è una leggenda che racconta che Federico Barbarossa venne colpito in vecchiaia da una malattia congenita che gli deformò le orecchie.
Per questo motivo era solito portare sempre capelli lunghi. Vita dura per i barbieri dell’epoca. Una volta scoperto il segreto, l’ossessione dell’Imperatore che venisse raccontato era forte a tal punto da aver escogitato una trappola nella quale faceva incappare tutti i barbieri nonostante avessero giurato terrorizzati di mantenere il silenzio. Venivano infatti indirizzati in un lungo corridoio al termine del quale cadevano inevitabilmente in un trabocchetto.
Ma un giorno un giovane barbiere riuscì a fuggire. Federico colpito dall’evento gli donò salva la vita a condizione però che non raccontasse nulla al di fuori delle mura del castello. La tentazione però era talmente forte che un giorno egli raggiunse un luogo isolato, scavò una buca profonda e vi gridò con tutto il fiato che aveva in gola: «Federico Barbarossa tène l’orecchie all’asinàaaaa…!». Sempre secondo la leggenda sembra che in tal luogo sia cresciuto un canneto e che quando scosso dal vento esso sibili le parole del giovane barbiere.
Federico alla scoperta del tradimento del barbiere lo fece cercare, uccidere e seppellire nel pettegolo canneto, facendo tacere così le canne ed il loro chiacchiericcio per sempre.
Da allora i contadini del posto sono soliti canticchiare ciò che il barbiere gridò nel buco «Federico Barbarossa tène l’orecchie all’asinàaaaa…!»
Curiosità: nel cortile del castello di Lagopesole è stata girata la scena del sinedrio del film Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pier Paolo Pasolini. Il regista ha utilizzato attori non professionisti scelti tra la popolazione del borgo medioevale. Lagopesole è stata uno dei luoghi di ripresa per la miniserie televisiva Il generale dei briganti (2012) di Paolo Poeti.