A Pergola, comune di Pesaro e Urbino nell’alta valle del fiume Cesano, si racconta una fosca leggenda.
Nei pressi dell’antica rocca cittadina c’è chi giura di aver sentito i lamenti degli “sventurati”, fra i ruderi e i sotterranei, nel buio della notte, i cui rantoli e grida ancora si odono e atterriscono i passanti.
Nel paese oggi noto per i bronzi dorati, nel 1502 accadde un fatto di violenza agghiacciante. Le grida di dolore che si sentono sono quelle di Giulio Cesare da Varano e dei suoi tre figli Pirro, Venanzio e Annibale, massacrati a tradimento da Cesare Borgia detto il “Valentino”.
Il duca Valentino invitò nella sua Rocca di Pergola Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino insieme a tre dei suoi quattro figli. Con l’unico scopo di conquistare la città di Camerino, il duca fece imprigionare a tradimento i malcapitati e li rinchiuse nelle segrete della rocca. Infine il 9 ottobre del 1502 ordinò a Micheletto da Correglio, uno dei suoi sicari, di strangolare i poveri sventurati.
La fortezza teatro del delitto venne poi demolita per ordine di Guidobaldo I, duca di Urbino. In seguito sulle rovine della fortezza fu costruito il Palazzo della Rocca tuttora esistente.
La leggenda vuole che da oltre cinquecento anni nelle vicinanze dell’antica rocca si sentano le grida terrificanti di quei prigionieri ingannati come se Giulio Cesare da Varano ed i suoi tre figli non avessero ancora trovato pace.
Curiosità: Nel Palazzo della Rocca nacque e morì Girolamo Graziani (1604-1675) che svolse incarichi politici alla corte di Modena e scrisse il poema “Il conquisto di Granata”.