Da sempre il Prato della Contessa (1450 MT slm.) affascina i suoi frequentatori, non solo per l’aria e la grande suggestione dei boschi di faggi e abeti che lo circondano, ma anche per la leggenda che ha dato origine al suo nome.
Si racconta che un giorno Gherarda degli Aldobrandeschi, contessa di Cana, bella e bionda si sia trovata a passare nella radura, a valle tra il sasso di Maremma (vetta dell’Amiata) e il Poggio della Montagnola (seconda vetta dell’Amiata), e che l’abbia scelta come il luogo ideale per incontrarsi con il suo amato Adalberto, feudatario di Chiusi, conosciuto durante un torneo a Buonconvento, del quale si era perdutamente innamorata.
La leggenda narra che i due innamorati si siano incontrati in questo luogo fino a quando Gherarda non sia stata costretta dal padre a sposarsi con Orsino conte di Pitigliano e che il Prato della Contessa debba proprio a questo idillio il suo nome.
Tutto quello sopra narrato è leggenda ma, come tutte le leggende nasce da una verità. (come spiega Massimo Pinzuti nel suo libro “LEGGENDA DEL PRATO DELLA CONTESSA” Viaggio tra storia e leggenda nei misteriosi boschi dell’Amiata).
I personaggi di questa splendida e tormentata storia d’amore sono difatti realmente esistiti. La contessina Gherarda è probabilmente Anastasia degli Aldobrandeschi, contessa di Cana, andata in sposa al conte Orsini della contea di Sovana e Pitigliano viste le mire conservative ed espansionistiche della famiglia. Del ragazzo invece si hanno due opposte versioni che lo vedono discendente da una parte dai conti che in quel periodo governavano Chiusi, dall’altra invece si dice fosse figlio di uno stalliere di Sarteano, appassionato ed esperto di cavalli e per questo motivo sempre alla corte ed al seguito di alcuni nobili intenti in cavallereschi duelli. E’ evidente che dovevano vedersi di nascosto: una promessa sposa al conte Orsini, non poteva certo farsi vedere con un conte di diversa casata né tantomeno con uno stalliere. Ma stando alla leggenda essi erano veramente e perdutamente innamorati l’uno dell’altra e perciò continuarono a vedersi clandestinamente nel loro magico prato fino al giorno in cui il destino li separò definitivamente. Infatti Anastasia andò veramente in sposa al conte Orsini e Adalberto dovette rassegnarsi alla perdita del suo grande amore.
Successivamente al matrimonio esistono due diverse versioni dei fatti:
– una prima sostiene che Adalberto si rifugiò successivamente nel monastero con lo scopo di riuscire a dimenticare la sua sofferenza
– una seconda, molto più intrigante, narra che Gherarda, con il pretesto di scendere al Monastero per imparare le Arti femminili e studiare come si conviene ad una nobile, continuò a vedersi comunque con Adalberto all’ombra del loro amato faggio, lontani da occhi indiscreti.
Una cosa è certa: visto che ancora oggi se ne parla, questo grande amore è comunque riuscito a sopravvivere nel tempo, così come lo è stato anche il testimone dei loro incontri: quel magico prato che tutto sa, e che talvolta riesce anche a rivelarcelo, magari in una calda serata di un plenilunio estivo, facendosi notare come qualcuno sostiene di aver visto, le ombre dei due innamorati passeggiare tenendosi per mano sotto il loro faggio.