I nonni di Faenza (RA) sono abituati a dire ai giovani, in dialetto Romagnolo, dopo un’impresa fortunata, esami scolastici, vincite al gioco od altre vittorie ritenute impossibili: “Set vest!? La Ghilana?” (cos’hai visto? La Ghilana?).
Il detto ha origini molto lontane, si dice infatti che vedere la bella Ghilana fosse di buon auspicio e portasse molta fortuna; invece il non vederla dopo averla cercata nel suo orto, dove appare sovente nella terza notte di plenilunio, non aiuti a portare a termine in modo positivo ciò che si è intrapreso.
Dal novembre del 1500 fino all’aprile dell’anno successivo il Duca Cesare Borgia, detto “Il Valentino”, sferrò più attacchi alla città Manfreda per cercare di far breccia nelle sue mura e conquistarne la città senza riuscirvi. Sembra che questi fosse accampato con il suo esercito proprio nell’orto “della Ghilana”, che si troverebbe poco più a monte del Convento dell’Osservanza, il luogo esatto sembra si sia perso nella notte dei tempi, ma alcuni ipotizzano sia il terreno antistante a questa villa disabitata da molto tempo;
La Villa “disabitata” nell’Orto della Ghilana
nonostante questo Cesare non riuscì mai a vederla od incontrarla lungo i sentieri fioriti dell’orto, nonostante la Contessa vi andasse tranquilla, e il Valentino andò incontro alla sventura che tutti conosciamo.
Chi fosse la Ghilana nessuno lo racconta esattamente, di lei aleggia solo il mistero, si dice che fosse una ragazza bellissima, bionda e che attraesse su di sé la fortuna come una calamita e che riuscisse a ritrasmetterla semplicemente a chi riuscisse anche solo a vederla passeggiare. Sembra che uscisse di casa solo nella terza notte di plenilunio e amasse passeggiare per il suo giardino o nell’orto.
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