L’antico borgo di Treschietto si erge maestoso sulle propaggini del monte Orsaro, incastonato nell’alta valle del fiume Bagnone. Il borgo è dominato dalle rovine di un castello che un tempo rappresentava una roccaforte imponente, a picco su una vallata attraversata esclusivamente da due ponti in pietra arenaria a tutto sesto. L’accesso al castello avveniva solo tramite mulattiere, con il torrente Acquetta a ovest, il Bagnone a sud e il Tanagorda a nordest che ne delineavano i confini naturali. La sua posizione strategica, obbligatorio punto di passaggio tra corsi d’acqua e valloni, ne accresceva l’importanza. Il borgo si divide in cinque nuclei distinti: Castello, situato nella parte più alta a 455 metri sul livello del mare, Chiesa, Querceto, Palestro e Valle. Fino al 1950, anno in cui fu aperta la strada carrozzabile odierna, Treschietto era praticamente inaccessibile.

Ruderi del Castello di Treschietto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Treschietto fu dominio dei marchesi Malaspina dello Spino Fiorito di Filattiera. Il feudo, in seguito alla divisione ereditaria del 1351, passò a Giovanni Malaspina, detto il Berretta, che fece costruire il castello e lo usò come sua residenza principale.

Oggi i ruderi del castello sono proprietà privata e, quando possibile, accessibili solo dal lato nord-est. Essi comprendono ciò che resta della cinta muraria di forma quadrilatera allungata sulla cresta, sovrastata dalla torre circolare slanciata, oggi semimozzata da un fulmine, ma un tempo coronata da merlature e apparato difensivo a sporgere retto da beccatelli, dei quali restano poche tracce. La somiglianza con le alte torri dei castelli malaspiniani di Malgrate e Comano fa supporre che le maestranze utilizzate per la loro costruzione siano state le stesse. Degli edifici interni restano poche tracce, e anche la cappella castrense, identificabile per l’abside, è stata ricoperta dai crolli delle strutture difensive. Il complesso è oggi invaso dalla vegetazione e a rischio di ulteriori collassi strutturali.

Non lontano dai ruderi, nel 1969, è stata scoperta una statua-stele femminile con un monile a goliera formato da anelli a bande parallele, risalente alla prima fase dell’età del Bronzo. Conosciuta come la “Venere di Pietra” di Treschietto, è ora esposta al Museo delle Statue Stele Lunigianesi nel Castello del Piagnaro a Pontremoli (Massa Carrara). Il Castello del Piagnaro è noto anche per la leggenda del “Lupo Mannaro del Castello del Piagnaro“.

Torre del Treschietto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Molte leggende avvolgono Treschietto, ma le più note sono due. La prima riguarda un misterioso tesoro nascosto nelle segrete del castello, il cui pezzo più ricercato sarebbe un vitellino d’oro massiccio. Nonostante le numerose ricerche condotte in passato da spregiudicati cercatori, il tesoro rimane celato, e le ricerche hanno inflitto danni importanti alla struttura del castello. La seconda leggenda narra del marchese Giovan Gasparro Malaspina, noto per la sua crudeltà e turpitudini dal 1616 al 1678. Soprannominato “il mostro”, egli vessava i suoi sudditi e si dedicava a giochi perversi su giovani vergini, schiave del suo potere. Le fanciulle vittime di questa fine crudele sono diventate, secondo la leggenda, spettri irrequieti che continuano a lamentarsi tra i ruderi del castello assieme a quelle del loro aguzzino. I molti che hanno avuto il tragico onore di udirli raccontano di grida strazianti e profondi lamenti che risuonano ancora tra le mura crollate del castello di Treschietto, dove Giovan Gasparro trovava piacere nella sua violenza.

Esplorare le mura antiche e i segreti custoditi tra le pietre di Treschietto offre una finestra sul passato affascinante della Lunigiana e sulla potente famiglia Malaspina, rendendo ogni passo un viaggio nel tempo e nella memoria. La scoperta del castello e delle sue leggende arricchisce il nostro bagaglio culturale, intrecciando storia e mito in un racconto che continua a vivere attraverso i secoli.

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Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Personaggi / Fantasmi
Ubicazione : Europa / Italia / Toscana
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