Nella chiesa di Sant’Agostino (Lucca) si trova un’immagine particolarmente venerata dal nome di S. Maria del Sasso. La Madonna ha un buco sulla spalla destra e sotto di essa è possibile osservare una strana botola…tutto ciò viene spiegato da una serie di immagini che narrano di un particolare avvenimento.
Pare infatti che un uomo abbia puntato una grossa somma di denaro al gioco invocando l’aiuto della Madonna, essendo questa considerata particolarmente miracolosa all’epoca. L’uomo perse tutto e corse nella chiesa furibondo contro Maria Vergine, attribuendole tutta la colpa.
La rabbia lo portò a scaraventare un sasso contro il dipinto sfondandolo all’altezza della spalla. Ecco che sotto di lui si aprì un buco nel terreno ma la voragine non lo inghiottì subito: rimase infatti sospeso a mezz’aria per un tempo sufficientemente lungo da far sì che molta gente accorresse per soccorrere l’uomo imprigionato nel buco misterioso, ma non riuscendo a tirarlo fuori essi incitarono e pregarono lo sventurato di pentirsi del malfatto e chiedere perdono per il suo gesto blasfemo; lui però non volle sentire ragione, finché all’improvviso precipitò nel pozzo senza fondo.
Sembra che in seguito all’accaduto furono svolti degli esperimenti, calando nell’abisso una corda, che fu ritratta bruciacchiata e puzzolente di zolfo. Secondo la leggenda si provò a calare anche un cane, di cui si racconta che tornò su bruciacchiato come la corda.
Nel XVIII secolo a causa del cattivo odore che di tanto in tanto ne usciva e per evitare che i ragazzini continuassero a tirarvi dentro pietre e sassi, l’apertura del pozzo fu chiusa con una lastra di ferro, una croce e un chiusino di pietra ferrato, tuttora visibile all’interno della chiesa di S. Agostino, così come l’immagine sacra.
Sopra il pozzo è stata posta una lapide con un’iscrizione che ricorda la misericordia della Madonna, pronta a perdonare l’empio dell’uomo se solo si fosse pentito del gesto.
Un altro curioso episodio è legato a questa leggenda: si narra che sul finire del Settecento un giovane membro del Gran Consiglio propose di riaprire la botola, o l’entrata per l’Inferno come viene chiamata, per salvare le campagne dalle piene del fiume Serchio e deviarne il corso, facendolo defluire direttamente all’Inferno tramite la buca di S. Agostino, aggiungendo che data la gran quantità d’acqua che vi sarebbe entrata, anche i dannati ne avrebbero avuto un certo refrigerio. Ovviamente la proposta venne bocciata.