Correggio è il comune più popoloso della provincia di Reggio Emilia dopo il capoluogo. Una cittadina placida, laboriosa e attiva che, come tante altre della Emilia Romagna, vide nel tempo trasformarsi da località agricola ad industriale. Correggio, durante la seconda guerra mondiale, fu teatro di uno dei fatti di sangue più famosi d’Italia. Fra il 1939 e il 1941, Leonarda Cianciulli uccise tre donne nel suo appartamento di via Cavour n°11, s’intestò i loro averi, le fece a pezzi e le sciolse in acqua bollente e soda caustica, lo stesso procedimento per saponificare.
Ma qui non siamo a sviscerare i fatti di sangue che commise, non è il nostro intento; ma bensì ad analizzarne le convinzioni che spinsero Leonarda ad uccidere. Infatti il movente non è da ricercare in un piacere personale nell’uccidere o nel derubare le sue vittime, ma bensì nella superstizione e nella magia.
Leonarda scrisse un memoriale dove parte descrivendo una infanzia difficile, con un rapporto conflittuale con la madre, dove diverse volte cerca il suicidio. “Cercai due volte di impiccarmi; una volta arrivarono in tempo a salvarmi e l’altra si spezzò la fune. La mamma mi fece capire che le dispiaceva di rivedermi viva” scriveva la Cianciulli. Il vero punto di svolta avverrà quando decise di sposare Raffaele Pansardi in aperto contrasto con la famiglia che aveva individuato un’altro marito. Per questo sua madre la maledì andando a confermare una profezia fatta da una zingara anni prima: “Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi.”
Così, in effetti, dapprincipio pareva essere: le sue prime 13 gravidanze finirono in dieci morti bianche e tre aborti spontanei. Decise quindi di richiedere l’aiuto di una “strega” locale, ed in effetti riuscì a portare a termine quattro gravidanze, tre maschi ed una femmina. Tuttavia la più piccina le si ammalò al terzo giorno di vita, aveva la febbre altissima. La Cianciulli affermò di aver scorto la morte, rinsecchita e spaventosa, annidarsi dietro la culla per poterle portare via la sua bambina. Qui Leonarda mise in pratica le sue credenze: Il cristianesimo chiede all’uomo sacrificio, ed è così che la magia funziona. Per salvare la piccola si strappò di bocca 11 denti, li gettò nella stufa e li bruciò sacrificandoli alla Madonna. La piccola guarì.
Rimasta vedova (lutto che non scosse particolarmente la donna) nel ’39 la Germania attacca la Polonia ed in Italia si comincia a parlare di guerra, forse i figli di Leonarda sarebbero potuti essere chiamati alle armi, persino il suo prediletto Giuseppe. “Non potevo sopportare la perdita di un altro figlio. Quasi ogni notte sognavo le piccole bare bianche, inghiottite una dopo l’altra dalla terra nera… per questo ho studiato magia, ho letto i libri che parlano di chiromanzia, astronomia, scongiuri, fatture, spiritismo: volevo apprendere tutto sui sortilegi per riuscire a neutralizzarli” così descrive il suo movente la Cianciulli. Ebbene, come lei stessa affermò, i suoi omicidi erano dei veri propri sacrifici umani alla Madonna per conservare in salute e lontani dalle guerra i suoi figli.
La sua fama di strega, più che assassina, proseguì anche dopo la sua condanna, come la ricordò una suora del carcere dov’era rinchiusa: “Malgrado gli scarsi mezzi di cui disponevamo preparava dolci gustosissimi, che però nessuna detenuta mai si azzardava a mangiare. Credevano che contenessero qualche sostanza magica.” Del resto come biasimarle!