Nel cuore della pittoresca Spilamberto, un piccolo comune incastonato nella provincia di Modena , cela una storia avvincente e misteriosa. Spilamberto, non custodisce gelosamente solo le delizie del suo territorio, ma anche un tesoro di antichità: la maestosa Rocca Rangoni.
Costruita nel lontano XIII secolo per resistere alle minacce dei Bolognesi, la Rocca Rangoni si staglia con il suo imponente quadrilatero fortificato, arricchito da torri, merlature e caditoie. Nel corso dei secoli, ha assistito a trasformazioni epocali, passando da fortezza a dimora signorile tra il 1650 e il 1660, sotto il dominio dei Rangoni di Spilamberto. In quel periodo, la Rocca ha conosciuto il suo apice di splendore, ornata di arredi sontuosi e decorazioni pittoriche che ne esaltavano la magnificenza.
Ma tra le pietre di questa storica fortezza, si cela un segreto oscuro e affascinante. Durante i lavori di ricostruzione del 1947, necessari a riparare i danni dei bombardamenti, venne alla luce una cella segreta all’interno del Torrione di Spilamberto. Questa cella, larga appena 2 metri per 1,50, si nascondeva dietro un antico sottoscala, i suoi muri interamente ricoperti da iscrizioni e disegni graffiti; una sorta di fumetto “Ante Litteram”.
La storia raccontata da quei graffiti, secondo la leggenda scritti con il sangue, è quella di Messer Filippo, un prigioniero dal passato travagliato. La sua cella, un luogo che avrebbe conosciuto solo durante i suoi ultimi mesi di vita, si rivela come un diario intimo e struggente. Filippo, appassionato del movimento letterario “Dolce Stil Novo” e dotato di una raffinata vena poetica, racconta di amori proibiti, intrighi politici, vendette e lotte di potere tra le potenti famiglie del Cinquecento. Una tragedia che ha portato alla sua morte, e la leggenda narra che, prima dell’esecuzione, Filippo si rivolse al cielo esprimendo un lamento triste, un eco che ancora risuona nelle notti estive.
Recenti studi hanno cercato di svelare il mistero di questa cella e del suo enigmatico ospite. Gli esperti concordano sul fatto che i graffiti risalgano al XVI secolo, con rime e disegni ancora leggibili, seppur sempre più sbiaditi. La composizione del materiale utilizzato per i graffiti, presunto sangue mescolato a sostanze biologiche o acqua mista a polvere di pietra, continua a contribuire al fascino misterioso di questa prigione dimenticata.
La vicenda di Messer Filippo, un marchigiano originario di Fermo, prigioniero a Spilamberto tra il 1523 e il 1547, si intreccia con le trame oscure delle famiglie Cybo, Della Rovere, Da Varano e, naturalmente, i Rangoni di Spilamberto. La sua permanenza nella cella, durata circa 3-4 mesi, ha lasciato tracce indelebili di una storia avvincente, che oggi è possibile esplorare prenotando una visita attraverso l’Ufficio Cultura del Comune di Spilamberto. La cella, con i suoi graffiti enigmatici, continua a vegliare silenziosamente sulle vicende della città, un testamento di un passato intriso di passioni e misteri.
AUTORE
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- Caterina e la Maison du Compte ChallantRue Fontaine, 75, 11022 Brusson, Aosta Valley, Italia
- Teodorico e il fulmineMausoleo di Teodorico, Provincia di Ravenna, Italia
- Le Presenze dell’ Ex Ospedale PsichiatricoEx Ospedale psichiatrico di Aguscello, Ferrara, Provincia di Ferrara, Italia
- La Casa dei NaniLa Casa dei Nani, Monza, Provincia di Monza e della Brianza, Italia