Pare sia la salma di una principessa vissuta a Tebe nel periodo Tolemaico, dunque dopo il 300 avanti Cristo. Il suo nome era Ta Sherit En Jmen.
Da molti anni quel corpo avvolto in un sudario di bende giace abbandonato all’ultimo piano del palazzo comunale di Brissago. Tra antiche armi – alabarde, lance e spadoni -, libri impolverati e vario ciarpame.
La salma è conservata in una teca di vetro e coperta da una leggero sarcofago di tela e carta, “riccamente decorato che mani inesperte hanno malamente tagliato”, come si legge in un articolo dal titolo “La mummia di Brissago”, pubblicato nel 1943 sulla “Rivista storica ticinese”.
Fotografie molto belle della mummia si possono trovare sul sito www.pmimage.ch (dal quale abbiamo tratto la composizione che correda l’articolo).
La fattura del sarcofago non rende onore al lignaggio della defunta, trattandosi di una bara realizzata con materiale povero, riservata a persone comuni e non a nobili, eppure secondo l’egittologo Henri Wild, che negli anni Quaranta studiò il reperto, la salma è di una principessa tebana.
In ogni caso, si tratta di una mummia, senza dubbio l’unica esistente in Ticino (in svizzera ne sono registrate altre 7, esposte in diversi musei, tra Berna, Appenzello e San Gallo), risalente al Regno tolemaico d’Egitto.
Quel regno, con capitale Alessandria, fu fondato sulla terra dell’antico Egitto nel periodo ellenistico dal generale macedone Tolomeo, dopo la morte di Alessandro Magno avvenuta nel 323 avanti Cristo. Durò quasi tre secoli, fino alla conquista romana, nell’anno 30, e alla morte di Cleopatra, che fu l’ultima regina della dinastia tolemaica.
Secondo la studiosa Lada Carazzetti, laureata in egittologia a Ginevra, quella mummia proviene dalla zona di Akmim. Attorno al 1887 in quella regione vennero fatte importanti scoperte archeologiche e la mummia fu portata al Cairo dal brissaghese Cesare Zanoli, che in quel periodo soggiornò in Egitto. Da lì arrivò a Brissago.
Già nel 1904 il Museo del Louvre si era interessata al reperto. Più tardi, si legge in una nota comunale datata gennaio 1997, “con diversi oggetti appartenenti alla collezione privata della famiglia Zanoli, la Mummia ha costituito uno dei punti forti del Museo alloggiato nel Palazzo municipale”.
Se attorno alla mummia aleggia un alone di mistero, altrettanto misterioso è il destino degli altri reperti che formavano il citato Museo di Brissago. Si tratta di oggetti provenienti da mezzo mondo, anche presumibilmente preziosi, animali esotici imbalsamati, eccetera, finanche una fibbia romana rinvenuta in collina durante uno scavo, di cui si ha un preciso elenco, ma che sembrano quasi tutti scomparsi nel nulla. Chissà se un giorno salteranno fuori.
In ogni caso, varrebbe la pena di valorizzare la mummia, mettendola in mostra invece di lasciarla ammuffire in quella specie di solaio dove da anni si trova.
di: Marco Bazzi
Fonte: liberatv.ch