Sono notizie da prendere con le pinze, per non correre il rischio di incappare in pericolose conclusioni; tuttavia il riferimento a rocce capaci di “riprodursi” rende bene l’idea di quel che accade in una zona della Romania caratterizzata da una geologia peculiare. Sono pietre costituite da sabbia (arenaria) e calcaree che, reagendo con l’acqua piovana, sviluppano delle concrezioni concentriche che si accrescono parafrasando lo sviluppo degli alberi. Le hanno battezzate trovant che in romeno significa “sabbia cementata”. Le foto diffuse dai ricercatori danno un chiaro esempio di quel che succede su queste rocce: “bitorzoli” derivanti dalla variazione di pressione all’interno delle pietre. Ci vuole del tempo. Si stima infatti che per una crescita di cinque centimetri siano necessari 1200 anni. Le trovant possono essere rimirate nella riserva naturale di Muzeul Trovantilor, gestita dall’associazione Kogayon, patrocinata dall’Unesco. Si trova a una quarantina di chilometri da Ramnicu Valcea. Il territorio si è formato sei milioni di anni fa, in seguito a fenomeni di natura sismica. E ricorda un’altra caratteristica fenomenologia petrografica di cui si dà notizia da qualche anno: le pietre che camminano. Riguarda rocce presenti nella Valle della Morte, negli Stati Uniti. Battezzate “sailing stones” (pietre mobili), raccontano movimenti che risultano inspiegabili alla scienza. Si tratta infatti di lunghe strisce lasciate dalle rocce e incompatibili con le tradizionali forze che agiscono nei deserti. Da poco è stata però avanzata un’ipotesi. Le sailing stones potrebbero muoversi grazie a sottili strati di ghiaccio che si formano durante la notte; sollecitando lo spostamento dei sassi con l’arrivo delle alte temperature diurne, che provocano spaccature nelle fessure del suolo.
Fonte: Rivistanatura.com
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