Il segreto delle armi in bronzo dell’Esercito di terracotta cinese è stato svelato ed è meno affascinante di quanto possiamo pensare. Fino ad oggi si pensava che a preservare le armi fosse stata una particolare tecnica anti ruggine, ma questa teoria sembrerebbe sbagliata. Vediamo insieme cosa hanno scoperto gli scienziati.
Il segreto del colore delle armi in bronzo dell’Esercito di terracotta cinese è stato finalmente svelato: inaspettatamente, il responsabile di queste tinte non è una particolare tecnica di preservazione, ma una vernice decorativa che ha permesso di contrastare la ruggine. La conferma arriva dalla UCL, vediamo insieme come hanno svelato questo mistero e in cosa consiste.
Un esercito di terracotta unico. Gli scienziati spiegano che le statue dell’Esercito di terracotta, così come la maggior parte dei materiali organici del mausoleo, erano stati rivestiti da strati protettivi di vernice, prima di essere stati dipinti. Stranamente però questo trattamento non fu eseguito sulle armi in bronzo. Nello specifico gli esperti spiegano di aver trovato una sostanziale quantità di cromo nella lacca, ma solamente alcune tracce nei pigmenti vicini e nel suolo, forse a causa di una contaminazione. Quanto alle tracce abbondanti presenti sulle armi in bronzo, gli esperti pensano che possano essere arrivate li non intenzionalmente finendo però per colorarle: non sarebbe stato dunque previsto alcun antico trattamento antiruggine, come invece ipotizzato fino ad oggi.
in foto: Credit: Zhao Zhen
Un mistero più semplice del previsto. Il celebre Esercito di terracotta risale ai tempi del primo imperatore della Cina, Qin Shihuang (259-210 BC) ed è stato trovato all’interno di un mausoleo a lui dedicato. Durante uno scavo negli anni ’70, le statue di terracotta furono scoperte ed erano dotate di corazze e armi in bronzo. Proprio queste ultime risultarono eccessivamente ben conservate, considerato il periodo in cui erano state realizzate, e per questo si suppose che ai tempi di Qin fu inventata una tecnica particolare per la prevenzione dalla ruggine, nello specifico una particolare cromatura brevettata poi solo nel 20esimo secolo e ancora oggi utilizzata. Per quanto affascinante fosse questa teoria, lo studio attuale della UCL ci svela una realtà molto più semplice: le armi in bronzo sono state contaminate dal cromo presente su altri oggetti. Inoltre si pensa che l’ottima conservazione sia da attribuirsi anche al pH moderatamente alcalinico del terreno circostante.
di Zeina Ayache
Fonte: scienze.fanpage.it
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