La nostra storia comincia nel lontano 6 agosto 1284, con la storica Battaglia della Meloria al largo di Livorno che coinvolse il popolo della Repubblica di Genova e quello della repubblica marinara di Pisa. La battaglia si svolse al largo di Porto Pisano e fu uno scontro che causò ai pisani un forte indebolimento sia navale sia in numero di perdite umane, stimate tra le cinque e le seimila, oltre a quasi undicimila prigionieri.
Inizialmente Campo Pisano era ubicato poco fuori le mura di Genova e la piazza come la intendiamo ora venne edificata nel XV secolo, accolta entro le mura della città soltanto nel secolo XVI.
In occasione delle celebrazioni colombiane del 1992 un gruppo di volontari ha ripristinato la pavimentazione tipica genovese fatta di ciottoli di mare detta Risseu, con al centro l’immagine di una galea con bandiera della Repubblica di Genova a rievocare i fasti dell’antica repubblica marinara; ed è proprio qui che dopo la vittoria dei genovesi vennero portati e rinchiusi gli undicimila prigionieri pisani i quali, a causa del rigido inverno e delle pessime condizioni nelle quali erano costretti a vivere, persero la vita e lì vennero seppelliti. Solo un migliaio di superstiti tornò a casa dopo tredici anni di prigionia.
Oggi sono molte le storie e testimonianze di chi vive lì attorno, tutte con la stessa caratteristica: raccontano di strane ombre e figure che, nelle notti di tempesta, risalgono incatenate tra loro la lunga scalinata che dalla Marinara porta a Campo Pisano.
Curiosità:
Tra i prigionieri portati a Genova vi erano: il podestà Morosini e l’illustre Rustichello che scrisse per conto di Marco Polo il cosiddetto Milione nelle prigioni genovesi.
Un detto pisano, in riferimento all’ingente numero di prigionieri deportati e morti a Genova, dice: “se vuoi veder Pisa vai a Genova”.