Otranto, corre l’anno 1480, e dopo una cruenta battaglia via mare a suon di cannoni, i turchi sbarcano sulla terra ferma avanzando fino alla conquista della città. I Saraceni uccidono e decapitano oltre 800 persone, i loro resti sono ancora visibili all’interno di apposite teche nella cattedrale di Otranto.
In battaglia il conte Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona a cavallo del suo destriero riuscì ad uccidere moltissimi Saraceni facendosi largo tra le masse, ma infine cadde sotto i colpi di scimitarra.
La leggenda narra che il valoroso conte, anche senza testa, abbia continuato a combattere brandendo con furia la sua spada contro i turchi invasori, finché il suo destriero non lo ebbe riportato a casa. Giunto nella corte del castello il cavallo si arrestò e soltanto lì il corpo senza testa del conte cadde da cavallo e toccò terra definitivamente.
Ora c’è chi sostiene di aver visto e sentito, nelle notti attorno al 15 Agosto – data dell’avvenimento – lo spettro del valoroso conte aggirarsi con il suo destriero e la spada in mano, in cerca del nemico e in difesa dei bastioni del castello di Otranto.