Modigliana (Forlì Cesena), viene ricordata storicamente, per la prima volta, da Tito Livio che narra di un’imboscata dei Galli alle truppe romane nel 180.a.C. presso la località ‘Castrum Mutilum’.

Il paesino del “Tramazzo” è ricco anche di storie e leggende che abbiamo precedentemente raccontato, ma se ve li siete persi eccoli qui sotto elencati 😉

I Bagliori della Roccaccia” , ” Il Baratto di Maria Stella ” , ” Il Ponte della Signora

Oggi si arricchisce di un altra leggenda legata ad un favoloso tesoro sepolto, tornato alla memoria, grazie ad una lettera riemersa dopo 200 anni, giudicata autentica, datata 21 settembre 1821, scritta da Antonio Basciana, braccio destro ed aiutante in capo di Gioacchino Murat*, il quale su ordine del generale, avrebbe sotterrato un forziere, mentre le truppe erano in fuga dagli austro-ungarici, nel 1815, per tentare di salvare il bottino e poi lasciato in eredità ad un modiglianese… Carlo liverani che con tutta probabilità non riuscii mai a recuperare il forziere.

Gioacchino Murat re di Napoli e maresciallo dell’Impero

Tutto questo ce lo racconta Alessandro Liverani, 55enne discendente della famiglia, attuale possessore della missiva, tenuta e conservata per decenni da Bruno Maresi, 80enne originario di Modigliana, residente ad Arona, sul lago Maggiore e suo parente per fargli conoscere questa parte di storia che coinvolge la loro famiglia da lungo tempo.

In questa lettera viene raccontato che durante l’ultima spedizione di Murat nelle Marche, Besciana ricevette dal re, uno dei suoi personali cavalli con legato in sella un forziere, contenente parte del suo tesoro, in tre parti suddiviso, per essere sepolto in tre punti distanti e segreti per impedire che cadesse in mani nemiche avendo previsto la sua caduta.

Il Forziere a lui affidato, conteneva secondo la lettera “Due libbre circa di perle orientali e brillanti sciolti, richiusi dentro dieci scatole d’oro, sette anelli di grossi brillanti, altri sedici anelli, rubini, smeraldi e topazi, brillanti, sei rarissime ripetizioni d’oro, due dozzine di posate d’oro e circa ottomila monete d’oro”.

Nella lettera inviata a Carlo Liverani, il Besciana scrive solo che il tesoro venne sepolto in Modigliana… facendo riferimento ad una mappa che sarebbe stata spedita in una seconda lettera che probabilmente non arrivò mai o che venne smarrita.

 

Ad avvalorare la storia del tesoro suddiviso in tre parti è che nel 2014, presso il Castello di Pizzo Calabro (VV), viene scoperta una botola nascosta nella cella dove fu imprigionato Gioacchino Murat, Re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte. Aperta la botola, dopo l’autorizzazione della sovrintendenza l’ingegnere Tommaso Fulcanelli, si è calato al suo interno, ritrovandosi in un corridoio lungo e stretto, scavato nella pietra di tufo, che conduceva a una stanza segreta.

In questo ambiente, immerso nell’umidità e segnato dal tempo, è avvenuto un ritrovamento straordinario: un’anfora in ferro, simile a quelle utilizzate per il trasporto di spezie nei primi anni del XIX secolo, contenente monete d’oro, e un baule che custodiva numerosi fogli arrotolati, ciascuno recante la firma autografa del sovrano.

Le monete, 327 in totale, sono state coniate tra il 1803 e il 1813 e si trovano in condizioni quasi perfette. I documenti, invece, necessitavano di un restauro accurato. Secondo le prime analisi, i manoscritti contengono un resoconto dettagliato degli eventi che si verificarono nei drammatici cinque giorni tra l’8 e il 13 ottobre 1815, culminati con la fucilazione di Murat.

Tesoro di Murat, scoperto nella stanza segreta sotto la cella nel castello di Pizzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inutile dire che la forte risonanza mediatica ha scatenato per questo ritrovamento epistolare un grande fermento, difatti ha dato origine una vera e propria “caccia al tesoro”; molte le persone accorse nel paese romagnolo a caccia del forziere, chi con il metal detector e chi invece con il naso negli archivi comunali ed ecclesiastici per individuare possibili appigli storici da dove cominciare a ricercare. Alcuni pensano che il forziere di Murat, possa essere sepolto da qualche parte sul “Monte del Tesoro”, un monte chiamato così per via di un altra leggenda che vorrebbe li nascosto, in uno dei suoi “pianetti” durante un antico rito pagano un “vitello d’oro”, ma questa è un altra leggenda.

 

*Gioacchino Murat è stato un generale francese, re di Napoli (con il nome di Gioacchino Napoleone) e maresciallo dell’Impero con Napoleone Bonaparte.

AUTORE


Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Oggetti
Ubicazione : Europa / Europa / Italia / Europa / Italia / Emilia-Romagna
Accesso : Privato
Stato di Conservazione : Rudere
Accesso con Animali : Da Verificare
Accesso con Disabilità : Da Verificare
Raggiungibilità : Da Verificare
Servizi Igienici : Non Accessibili
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