osta – colli del massiccio del Monte Monte Rosa, qui sarebbe sepolta la città d’oro perduta di Fèlik.

Secondo la leggenda, sulla destra della lingua terminale del ghiacciaio di Lyss alla testata della Valle di Gressoney giace sepolta la leggendaria città.

La Roccia della Scoperta

La città di Fèlik fu fondata li, secondo la leggenda, dai walser ,che decisero di migrare in quel luogo perché al tempo era meraviglioso, dove i pascoli erano sempre verdi e liberi dalle nevi e i prodotti della terra erano più abbondanti che mai.

I Walser, erano un popolo davvero laborioso, instancabili e abili nel commercio, infatti da li a poco trasformarono il loro villaggio in una ridente e fiorente cittadina. Commerciavano e svilupparono, attraverso percorsi facili da praticare, gli scambi con gli abitanti delle vallate vicine e in men che non si dica, da abili mercati si trasformarono in ricchi e superbi senza rispetto e scrupolo accrescendo in loro sempre più avidità e ostentazione delle ricchezze accumulate, dimenticandosi anche la devozione e il rispetto per Dio e il prossimo. Le loro ricchezze crebbero talmente a dismisura, che cominciarono a cedere a lussi sfrenati; anche a scapito di imbrogliare e a ricorre in sotterfugi per di arricchirsi sempre più. Costruirono scale fatte con Tome di formaggio, abbandonarono i loro abiti tradizionali, per indossare abiti opulenti adornati di pietre preziose fino a rivestire i tetti delle loro case, con lamine d’oro zecchino e altre amenità di questo tipo.

E fu proprio la perdita del rispetto per il prossimo e dello sfrenato lusso, che persero la grazia di Dio, e da li a poco cominciò la loro sventura.

Entriamo nel vivo della nostra storia.

Una notte, arrivò alla porte della città un vecchio viandante; sporco e affamato a chiedere ospitalità per la notte, naturalmente le genti di Félik lo sbeffeggiarono e lo insultarono dall’alto dello loro superbia prima di decidere di farlo entrare e dargli aiuto.

Il mattino dopo, il viandante venne allontanato dalla città in malo modo; il vecchio raccolse le sue poche cose e una volta giunto alla porta principale della città si volse indietro e con voce ferma esclamò: ” Dio onnipotente vi punirà per i vostri peccati, egli farà nevicare per sette giorni, in attesa di una vostra penitenza. Entro l’ottavo giorno, trascorso questo tempo, la neve si sarebbe trasformata in sangue; a compimento di questo non ci sarebbe stata assoluzione”.  I cittadini  alle sue parole, senza pensarci su troppo, chiusero il portone dietro di lui con grasse risate a schernimento.

La profezia del viandante si avverò, nevico incessantemente per sette giorni, dapprima la neve coprì le mulattiere e impossibilitò la visuale, interrompendo il commercio con il paese, poi la neve cominciò a seppellire i pollai , le stalle e le porcilaie, lasciando gli abitanti senza cibo ed infine la neve diventata rossa come sangue, ricopri per intero le loro case seppellendole per sempre.

Ancora oggi, si narra, che le anime degli abitanti di Félik, nei giorni di bufera, vaghino invocando pietà alla ricerca della salvezza eterna fra i ghiacciai del Rosa.

Questa leggenda si tramanda da così tanti secoli, che la conoscono anche in Germania con il nome di “das verlorne thal – la valle perduta- e c’è in merito, addirittura chi sostiene che in alcune antiche carte geografiche del 1600, la città di Félik appariva segnata in una valle longitudinale tra la Valle d’Aosta e il Vallese.

Tanti sono coloro che si sono avventurati su nei ghiacciai alla ricerca della città perduta, i più famosi sono un gruppo di sette Gressonari, che nel luglio 1778 tentarono l’impresa.

Durante la loro escursione in questa valle inesplorata, incontrarono molte difficoltà ma ad un certo punto notarono qualcosa, arrivati nei pressi di una roccia emergente dalle nevi in prossimità del Colle del Lys, videro una valle ricca di pascoli e di boschi (per molti era in realtà la valle di Zermatt).

Non riuscendo a scendere in quella valle reputando, in quel momento, l’impresa impossibile per via delle condizioni atmosferiche, tornarono sui loro passi ridiscendendo la montagna fino a casa, decidendo di ritornare lassù il mese successivo con un miglior tempo e meglio attrezzati e il 15 agosto raggiunsero la sommità del ghiacciaio del Lys, oltre i 4.000 metri fino a quella roccia che aveva mostrato loro la valle lussureggiante, ma al di là di esso non vi era più “la valle perduta”avvistata il mese prima, questa era inspiegabilmente scomparsa.

Tornati in paese, raccontarono la loro vicenda e i vecchi  ascoltando quelle parole non poterono che ridere e svelarono loro che la “favolosa valle d’oro” non era mai esistita e che era in realtà una vecchia favola tramandata da secoli.

Questi ragazzi, non avvistarono forse mai la valle d’oro, che sia stato un miraggio? o che sia apparsa solo per un breve periodo? chissà ,ma una cosa è certa, arricchirono sicuramente le mappe del tempo con una nuova scoperta, una via nuova sui percorsi alpini, in quell’area  al tempo inesplorata, dando anche un nome a quel masso (che secondo loro segnava la via per Félik,)  come ancora oggi lo conosciamo ” La roccia della scoperta“.

Chissà se un giorno qualche esploratore esperto; perché la montagna è pericolosa e non va presa sottogamba, riuscirà a trovare la Città perduta, nell’attesa che ciò avvenga, restiamo a favoleggiare e raccontare ancora questa storia.

AUTORE


Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Luoghi / Luoghi Abbandonati
Ubicazione : Europa / Europa / Italia / Europa / Italia / Valle d'Aosta
Accesso : Pubblico
Stato di Conservazione : Pericolante
Accesso con Animali : Consentito
Accesso con Disabilità : Non Accessibile
Raggiungibilità : A Piedi
Servizi Igienici : Non Accessibili
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