Lucca, Palazzo Bernardini fu costruito tra il 1517 e il 1523. Qui a destra del portone di ingresso, possiamo vedere che uno stipite della finestra è posizionato fuori posto e risulta incurvato e distaccato dal suo alloggio murario. Questa pietra è chiamata dai lucchesi “La Pietra del Diavolo”
Il maestoso palazzo fu progettato per la potente famiglia Bernardini; dalla quale mantiene tuttora il nome, da Nicolao Civitali, figlio di Matteo Civitali, maestro del Rinascimento lucchese.
Ma perché questa pietra non è al suo posto e perfettamente sagomata come le altre presenti sulle varie finestre? è proprio qui che inizia la nostra leggenda.
Si narra che una notte il diavolo, in sogno, apparì a Martino Bernardini, instillandogli il seme della vanità suggerendogli di abbattere gli altri suoi palazzi che erano presenti in loco per costruire un unica e maestosa reggia, cosi facendo avrebbe dimostrato a tutti la potenza del casato, aprendolo alla vista su una bellissima e grande piazza da lui creata così al suo risveglio, diabolicamente sollecitato, non tardò ad avviare i lavori di demolizione.
Così facendo Bernardini, fece il subdolo gioco del diavolo e fu costretto ad abbattere anche un edicola votiva contenente l’immagine di una Madonna ritenuta miracolosa, alla quale molti lucchesi erano devoti. Rallentati tutti i lavori per via delle enormi masse di macerie, Bernardini fece usare le stesse; invece di farle portare via e spendere inutilmente i suoi soldi, per erigere il nuovo palazzo e pare che i resti dell’edicola, siano finiti proprio in quella finestra e che non vogliano restare al loro posto proprio per ricordare che in quel luogo si ergeva un posto sacro e magico.
La pietra si incurvò fin da subito e tanti sono stati i tentativi da parte di Nicolao Civitali e i suoi tagliapietre di sistemare quello stipite; furono addirittura fissati con graffe metalliche alle altre parti del muro ma invano, la lastra anche se sostituita più e più volte, tornavano nel giro di poco tempo curva come le precedenti.
Palazzo Bernardini da oltre 70 anni è adibito a sede dell’Associazione Industriali, che ne è anche proprietaria.