Nulla di “Fantasmagorico” purtroppo per questo itinerario, anche se le leggende legate ai Bottini sono 2 e ne parleremo più tardi ,ma risulteranno comunque molto affascinanti da visitare, sia a livello strutturale, sia per la valenza storica che arricchirà sicuramente il nostro bagaglio di cultura personale e diciamocelo tranquillamente, quando ci si inoltra in cavita sotterranee di diverse tipologie quali grotte, tunnel etc. incontriamo luoghi quasi sempre bui, freddi o angusti i quali mettono un pochino a disagio ma, quando ci accingiamo ad affrontare un esperienza come questa, stimoliamo sempre la fantasia e l’avventura e in qualche modo la loro magia e fascinazione la subiamo un pò tutti 😉

Ma cosa sono I “Bottini”?

presto detto; Sono una rete di acquedotti di origine medioevale sotterranei lunghi 25 km, che alimentano ancora oggi, le Fonti storiche della città di Siena.

Mappa dei Bottini

Da alcuni anni l’Amministrazione Comunale di Siena ha reso accessibile tramite visite guidate, alcuni tratti dei bottini al pubblico più curioso per promuovere e valorizzare il patrimonio storico-architettonico che ruota intorno al tema dell’acqua e al genere di turismo che piace a noi; quello del mistero.

Per la prima volta “buctinus“ termine per rivolgersi alla struttura della volta a “botte”, appare in un documento del 1226 e da qui si origina il nome di oggi che tutti i senesi conoscono “Bottini”.

Come ben sappiamo una delle risorse fondamentali per un insediamento, sopratutto in epoche antiche era l’acqua e notoriamente sappiamo che Siena non è toccata da alcun fiume di rilevanza ed ecco perché sono stati creati questi fitti reticoli di tunnel sotterrai; raccogliere e convogliare l’acqua piovana dalle colline circostanti alla città soddisfacendo al fabbisogno di acqua potabile per centinaia di anni fino al 1914 data in cui cominciò la realizzazione dell’impianto idrico moderno terminato nel 1918.

“Due sono i rami principali dei bottini, quello più antico il Bottino maestro di Fontebranda, che si trova a notevole profondità e che da Fontebecci porta l’acqua fino alla Fonte di Fontebranda, e il Bottino maestro di Fonte Gaia, realizzato intorno al 1300, che alimenta, la fonte di Piazza del Campo, Fonte Gaia e con il trabocco, anche altre fonti minori.

Targa Bottino fonte Gaia

Allo solo scopo di salvaguardare, recuperare e comunque valorizzare e divulgare la conoscenza di questi luoghi, con il rispetto e l’attenzione che essi meritano, l’Amministrazione consente la visita accompagnata di piccoli gruppi in alcuni tratti di BOTTINI, (il ramo di Fonte Nuova  e una porzione del ramo principale di Fonte Gaia) e raccomanda ai visitatori di attenersi al rispetto di regolamenti,  divieti , di adottare tutte le cautele e le accortezze che gli accompagnatori,  comunicheranno in fase di visita.

Si consiglia l’uso di scarpe chiuse antiscivolo, di abbigliamento idoneo alle basse temperature e di dotarsi di una torcia elettrica.

La visita è sconsigliata a bambini piccoli, a portatori di handicap e a tutti coloro soffrono di patologie cardiache, respiratorie o claustrofobia o patologie comunque legate all’ambiente ipogeo (cit. comune di Siena)”.

Vi ricordiamo che le visite vanno concordate e prenotate obbligatoriamente. Quì potete trovare i riferimenti necessari e le regole da seguire.

Visitando i bottini di Fonte Gaia, Fonte Nuova d’Ovile e Fonti di Pescaia dove si può visitare anche il Museo dell’Acqua, ci immergeremo in un percorso di gallerie interamente percorribili facilmente eretti e con i piedi all’asciutto, fatte interamente di mattoni, dove l’acqua scorrerà al vostro fianco nei suoi “Gorelli”.

Man mano che percorreremo i tunnel incontreremo delle targhe di epoca ottocentesca che riporteranno quelli che al tempo erano i contratti per avere l’acqua in casa. Queste targhe riportano incisi i “Dadi” che potevano ricevere: Il Dado era un forellino al centro di una placca che sbarrava una canaletta di derivazione e si potevano avere a seconda del contratto stipulato, 1\2 dado, 1, 2, oppure 3 Dadi.

Indicazioni contrattuali

Per saperne di più e approfondire visitate anche la pagina dell’Associazione “La Diana” che si occupa della tutela e salvaguardia delle acque di Siena.

Ed ecco le 2 leggende legate ai bottini:

I Senesi, raccontano della leggende del fiume sotterraneo chiamato Diana, cercato per secoli così tano in vano fino ad arrivare ad affermare di sentirne il rumore in due punti distinti della città, che il “Divin Poeta”, per questa loro fallita ricerca prende addirittura in giro, citandoli nella divina commedia.

«Tu li vedrai tra quella gente vana
che spera in Talamone, e perderagli
più di speranza ch’a trovar la Diana;
ma più vi perderanno li ammiragli»
(Dante, Divina Commedia, Purgatorio, XIII, 151-154)

Secondo una tradizione medievale nel sottosuolo di Siena scorrerebbe un fiume: la Diana. Il mormorio delle sue acque sotterranee sarebbe udibile nel silenzio più totale in due punti della città: nella zona di Porta Ovile, a nord-est, e nella zona di Pian dei Mantellini, a sud-ovest. Non a caso attigua a quest’ultima zona c’è una via chiamata Via della Diana, in riferimento al leggendario fiume sotterraneo. Si pensò quindi che un fiume attraversasse il centro cittadino in direzione nord-est/sud-ovest e che lo sfruttamento delle sue acque avrebbe risolto il problema dell’approvvigionamento idrico di Siena. Nel 1176 un pozzo scavato dai frati del Convento del Carmine (zona Pian dei Mantellini) trovò una vena d’acqua abbondante. La scoperta sembrò essere la prova dell’esistenza del fiume Diana e diede inizio ad altri interventi simili. Nel 1295 il Consiglio Generale della Repubblica di Siena finanziò ulteriori scavi anche in altre zone lontane della città. Nel XIII-XIV secolo si spese molto denaro pubblico nella ricerca del fiume sotterraneo, ma per quanti sforzi si facessero il fiume non si trovava. I notevoli costi della ricerca erano ben noti alla rivale Firenze che la considerava un insensato dispendio di risorse. Dante la cita nella Divina Commedia: la senese Sapia chiede a Dante di ricordarla ai suoi parenti che troverà a Talamone intenti a scavare insensatamente un porto così come hanno fatto per trovare la Diana (Purgatorio, XIII, 151-154). (Cit.Wikipedia).

Ed infine la leggenda degli abitanti dei Bottini, i Gioiosi “Homiccioli” che venivano descritti come folletti che ballavano e mettevano allegria e i dispettosi “Fuggisoli” che apparivano come lampi di luce improvvisa; i quali venivano scorti dai manutentori dei canali detti “Guerchi”poichè  tornando in superficie venivano accecati dalla luce del sole.

Curiosità: I Guerchi, venivano pagati in vino! … era forse per questo che dicevano di aver scorto e sentito queste presenze? 😉

AUTORE


Redazione MT

“Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.” — Albert Einstein



Tipologia : Personaggi / Creature
Ubicazione : Europa / Europa / Italia / Europa / Italia / Toscana
Accesso : Pubblico
Stato di Conservazione : Buono
Accesso con Animali : Da Verificare
Accesso con Disabilità : Non Accessibile
Raggiungibilità : A Piedi
Servizi Igienici : Non Accessibili
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