Archeologi dell’Università Nazionale Australiana hanno scoperto nel Laos diversi nuovi siti ricchi di “giare dei morti”, enormi vasi dove si presume venissero seppelliti i defunti. Alcuni di essi pesano tonnellate e sono accompagnati da dischi intagliati, decorati con figure geometriche o di animali. Gli scienziati non sanno chi e quando portò queste giare nelle foreste del Laos, un mistero che dura oltre mille anni.
Credit: Università Nazionale Australiana
Nel cuore di remote foreste del Laos sono stati individuati 15 nuovi e preziosi siti archeologici, all’interno dei quali sono state rinvenute ben 137 “giare dei morti”, enormi vasi di pietra arenaria che molto probabilmente venivano utilizzati per seppellire i defunti. A scoprire le giare è stato un team di ricerca dell’Università Nazionale Australiana (ANU), che ha condotto indagini nell’area assieme a funzionari del governo locale. Nel Laos è nota da tempo una vasta regione sita sull’altopiano di Xiangkhoang chiamata “piana delle giare”, dove sono disseminati moltissimi di questi vasi, alcuni dei quali pesanti tonnellate e alti fino a tre metri. I siti appena scoperti aggiungono ulteriori tasselli a un mistero millenario.
Poche informazioni. A condurre la ricerca sono stati i ricercatori Nicholas Skopal e Dougald O’Reilly della Scuola di Archeologia e Antropologia dell’ateneo australiano. Gli scienziati hanno sottolineato che questi luoghi, celati dalla vegetazione di remote foreste montane, sono stati visitati solo raramente dai cacciatori di tigri, e che adesso sono finalmente a disposizione degli archeologi per essere studiati. Non si sa su nulla su chi, come e quando trasportò queste enormi giare, ma gli scienziati ritengono che la procedura di seppellire i morti in simili vasi, nel Sud-Est asiatico, sia andato avanti dal 900 avanti Cristo sino al 1600.
Reperti preziosi. Oltre alle giare, gli archeologi hanno trovato diversi oggetti estremamente interessanti. Al fianco di molte di esse sono stati rinvenuti dei rari dischi intagliati, che probabilmente segnalavano il luogo di sepoltura. Sui dischi si possono osservare immagini di animali o disegni geometrici, tuttavia gli archeologi non ne conoscono il significato e il motivo per cui venivano utilizzati gli uni o gli altri. La parte decorata dei dischi, curiosamente, era sempre rivolta all’ingiù. Dai siti archeologici sono emersi anche copie in miniatura di argilla delle giare, ceramiche decorative, perle di vetro e vari utensili di ferro, alcuni dei quali adatti al trattamento dei tessuti. Si tratta di luoghi estremamente affascinanti e colmi di misteri, che gli scienziati sperano di svelare studiandoli a fondo. I dettagli sulla scoperta sono stati pubblicati sul sito ufficiale dell’Università Nazionale Australiana.
di Andrea Centini
Fonte: scienze.fanpage.it
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