La scoperta degli archeologi britannici sembra avvalorare la leggenda medievale secondo la quale fu il mago Merlino a volere che il cerchio megalitico fosse trasportato
DAL CORRISPONDENTE LONDRA Forse c’è davvero la mano del mago Merlino dietro il mistero di Stonehenge. La leggenda medievale vuole che il cerchio megalitico nella piana di Salisbury sia stato trasportato lì dall’Irlanda per volere del maestro degli incantesimi: secondo la «Storia dei re di Britannia» di Goffredo di Monmouth, monaco del XII secolo, Merlino volle che la Danza del Gigante, il cerchio di pietre che si trovava sul leggendario Monte Killaraus, venisse portato in Inghilterra ed eretto come memoriale per le truppe dei Britanni massacrate a tradimento dai Sassoni. Un monumento che lo zio di Re Artù, Aurelius Ambrosius, voleva «durasse per sempre». Ma quando al principio i 15 mila uomini impiegati nell’impresa trovarono difficoltà a svellere le pietre dal terreno, intervenne Merlino «con molti strumenti».
Ora si scopre che la leggenda ha un fondo di verità: perché il cerchio di Stonehenge è in realtà di «seconda mano» ed è stato portato lì dal Galles, dove era sorto originariamente. Gli archeologi britannici ritengono di aver individuato a Waun Mawn, nel Pembrokeshire, il sito originario dove era stato eretto il monumento, più di 4000 mila anni fa. Ma dopo il 3000 avanti Cristo quelle tribù neolitiche che avevano costruito il primo cerchio di pietre migrarono in Inghilterra, portandosi dietro i loro «gioielli della corona».
Un’impresa notevole, che comportò lo spostamento di lastre pesanti tonnellate per circa 250 chilometri: si suppone che il trasporto sia avvenuto al ritmo di cinque chilometri al giorno (escludendo arti magiche).
Il significato della struttura megalitica di Stonehenge resta un mistero e ha dato adito a congetture fantasiose quando non fantascientifiche, alimentate anche dal suo perfetto allineamento col solstizio d’estate. Ma ora gli archeologi ritengono che possa essere il primo «monumento all’unificazione» della Gran Bretagna.
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