Chi era Giordano Bruno? Nato Filippo Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600), è stato un filosofo, scrittore e frate domenicano italiano.
Il suo pensiero, inquadrabile nel naturalismo rinascimentale, fondeva le più diverse tradizioni filosofiche – materialismo antico, averroismo, copernicanesimo, lullismo, scotismo, neoplatonismo, ermetismo, mnemotecnica, influssi ebraici e cabalistici – ma ruotava tutto intorno ad un’unica idea: l’infinito, inteso come l’Universo infinito, creato da un Dio infinito, fatto d’infiniti mondi, da amare infinitamente.
Il Dio di Giordano Bruno è da un lato trascendente, in quanto intelletto e ordinatore della Natura, ma nello stesso tempo è immanente, in quanto creatore del mondo: Dio e Natura sono un’unica realtà da amare alla follia, in un’inscindibile unità panteistica di pensiero e materia, in cui dall’infinità di Dio si evince l’infinità del cosmo, e quindi la pluralità dei mondi, l’unità della sostanza, l’etica degli eroici furori.
Per queste argomentazioni, giudicate eretiche, Bruno fu condannato al rogo dall’Inquisizione della Chiesa cattolica e arso vivo a piazza Campo de’ Fiori a Roma nell’anno 1600. Ma la sua filosofia sopravvisse alla sua morte, portò all’abbattimento delle barriere tolemaiche, rivelò un universo molteplice e non centralizzato e aprì la strada alla rivoluzione scientifica. (Cit.Wikipedia)
Ed è così che Bruno perdette la libertà e venne condannato. Ecco la storia. Marzo 1592, Venezia, Ca’ Mocenigo: Giordano Bruno ritorna dalla Germania dove stava insegnando e viene ospitato dal patrizio Giovanni Mocenigo per farsi insegnare l’arte della Mnemonica e alle discipline Magiche.
Per via delle scarse doti di apprendimento del Mocenigo, un pò per la voglia di stampare e divulgare alcune sue opere o per mantenere il segreto che vincola gli alchimisti di non divulgare le arti ai non adepti, il Bruno il 21 Maggio informò il patrizio che sarebbe partito a breve per Francoforte, questi pensò che potesse essere solo un pretesto per abbandonare l’insegnamento e lo fece imprigionare dalla servitù nelle stanze del palazzo e dopo qualche giorno, il 23 Maggio 1592, lo denunciò alla Santa Inquisizione, accusandolo di Blasfemia, per disprezzo della religione, di non credere nella Trinità divina e nella transustanziazione, di credere nell’eternità del mondo e nell’esistenza di mondi infiniti, di praticare arti magiche, di credere nella metempsicosi, di negare la verginità di Maria e le punizioni divine, e altre imputazioni.
Bruno fu arrestato e rinchiuso nelle carceri dell’Inquisizione di Venezia, in San Domenico a Castello e in seguito trasferito nelle carceri di Palazzo Sant’Uffizio a Roma. L’8 Febbraio 1600 Bruno venne processato e costretto ad ascoltare in ginocchio la sua condanna al “vivus in igne vittatur” (cioè mandato vivo al rogo). Finita la sentenza sembra che Bruno, una volta rialzato, si rivolse ai giudici dicendo: “Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam » («Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla».
Il 17 Febbraio, dopo aver rifiutato i conforti religiosi e il crocefisso, con la lingua in “giova”( serrata da una morsa perché non potesse parlare) fu condotto in piazza Campo de’ Fiori, denudato, legato a un palo e arso vivo. Successivamente le sue ceneri vennero sparse e gettate nel Tevere.
Da allora sembra che lo spettro di Bruno si faccia notare con strane apparizioni e strani incidenti legati all’elemento opposto a quello che lo uccise: l’acqua. Infatti a Ca’ Mocenigo strani fenomeni quali allagamenti, rubinetti che si aprono da soli, tubature che perdono e via discorrendo, fanno pensare che il fantasma giochi appunto con quell’elemento che avrebbe potuto “spegnere” le sue sofferenze. Altre volte invece, apparirebbe alla finestra della stanza che lo ha imprigionato (ultima finestra in alto a destra del palazzo) prima di essere consegnato all’Inquisizione di Venezia, con il viso attorniato dalle fiamme, in ogni caso il Bruno si manifesterebbe, visto le statistiche delle sua apparizioni, solo a donne sopra gli 85 anni.