Quando attraversiamo via Gioberti, solitamente siamo immersi nei nostri pensieri, concentrati sulla ricerca di parcheggio o di fretta verso l’ufficio o la stazione di Porta Nuova. Tuttavia, per gli appassionati dell’esoterismo e dei misteri torinesi, questa strada nasconde un enigma intrigante al numero 23. Sulla facciata di un palazzo di un distintivo rosa salmone, tre decorazioni bianche attirano l’attenzione. Queste rappresentazioni sono in realtà un Quadrato Magico del Sator.
Il Quadrato del Sator è composto dalle cinque parole latine:
- SATOR: “seminatore” o “piantatore”
- AREPO: parola di origine sconosciuta, forse un nome
- TENET: “tenere”
- OPERA: “opera” o “cura”
- ROTAS: “ruote”
Queste parole sono disposte in una griglia quadrata in modo tale che possano essere lette da sinistra a destra, da destra a sinistra, dall’alto in basso o dal basso in alto. In particolare, la parola “Tenet” è un palindromo, ossia può essere letta senza cambiare quando si inverte.
Il quadrato è stato ritrovato in numerose iscrizioni, graffiti e dipinti risalenti a un periodo compreso tra il I secolo a.C. e il XVI secolo d.C., in tutta Europa, dall’Inghilterra alla Spagna, dalla Grecia all’Italia.
Il significato del quadrato è ancora oggetto di dibattito. Una possibile interpretazione è che si tratti di un incantesimo o di una formula magica. Un’altra interpretazione è che abbia un significato religioso, come un simbolo della creazione o della redenzione.
Alcuni interpretano “Sator” come il seminatore, il creatore delle terre, e “Rotas” come le ruote celesti, suggerendo che “il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote” potrebbe significare “il Creatore delle terre governa le ruote celesti”. Tuttavia, se si considera “Arepo” come “areopago,” nel senso di tribunale, il significato potrebbe diventare “Il seminatore decide i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo destino.”
Questo enigmatico simbolo potrebbe essere intenzionalmente ambiguo, offrendo diverse chiavi di lettura a chi lo osserva, o forse potrebbe essere una preghiera dei primi cristiani. Alcuni addirittura suggeriscono che possa essere un messaggio criptico dei monaci Templari.
La misteriosa atmosfera di via Gioberti 23 è ulteriormente amplificata da un dettaglio insolito: il quadrato sembra essere legato da un filo che si estende dalla cornice all’ultimo piano del palazzo. Inoltre, tre piccoli punti sembrano emergere dal quadrato e cadere verso il basso.
Nonostante il fascino e l’intricata bellezza delle decorazioni esoteriche che adornano il palazzo di via Gioberti 23, il motivo per cui sono state dipinte rimane avvolto nel mistero. La loro presenza suscita domande senza risposta: sono il risultato di una scelta basata su credenze profonde, un segno di protezione, un monito nascosto oppure un’artificiosa messa in scena per alimentare il lato magico ed esoterico della già misteriosa città di Torino?
Le risposte a queste domande sfuggono ancora all’umana comprensione, e le decorazioni continuano a sfidare il tempo e lo scorrere degli eventi. Via Gioberti 23 rimane un luogo intriso di segreti e incanto, dove le linee tra realtà e misticismo si fondono in un’atmosfera unica e suggestiva. E così, mentre i visitatori e gli abitanti si perdono nelle strade frenetiche di Torino, il Quadrato Magico del Sator persiste come un indovinello senza soluzione, un enigma antico che continua a catturare l’immaginazione di coloro che lo incontrano.