La provincia di Genova, in Liguria, ospita le rovine della Chiesa di San Martino, legata a una leggenda affascinante. Un percorso immerso nel bosco e nella natura, situato tra Vallepiana e Zolesi, che merita davvero di essere percorso.
La chiesa di San Martino di Licciorno è stata costruita nei pressi di Borzonasca lungo un importante percorso che collegava la collina al mare. Si ritiene che risalga al Duecento, poiché esistono documenti che ne attestano l’esistenza a partire dal 1298. Secondo la tradizione popolare, San Martino era la parrocchia più antica della valle, successivamente sostituita dalla chiesa di Santa Maria Assunta di Prato, dove oggi è conservato l’unico arredamento superstite di San Martino, un dipinto.
Nel corso del Settecento, la parrocchia fu inclusa nell’elenco delle chiese rurali povere e furono avviati sforzi di raccolta di elemosine che negli anni successivi permisero un fondamentale restauro. Tuttavia, San Martino necessita ancora di interventi di restauro ed è stato incluso nella lista “I luoghi del Cuore – Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare” del FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Oggi, delle rovine della chiesa, rimane solamente il campanile intatto, mentre solo alcuni muri perimetrali delle campate sono visibili, in parte coperti dalla fitta vegetazione. L’atmosfera che pervade questo luogo è suggestiva, avvolta dal silenzio assoluto del bosco circostante e immersa in un’atmosfera fantasy medievale. Il nome stesso della chiesa potrebbe derivare dalla sua collocazione tra i boschi di lecci.
La storia di San Martino è avvolta da un’aura di mistero alimentata da un’antica leggenda popolare che vi racconteremo. Si narra che accanto alla chiesa si trovasse un piccolo cimitero, dove di notte si potevano scorgere misteriose fiammelle di luce, note come fuochi fatui, che simboleggiavano la presenza delle anime. Alcuni passanti, forse spaventati, sostenevano di udire suoni e voci provenienti da quel luogo.
Un giorno, una coraggiosa donna di Zolesi decise di sfatare questa credenza e, armata di fuso, crocca e coraggio, si recò al cimitero al calar del sole per passarvi la notte. Mentre filava al fuso per diverse ore, il fuso le sfuggì di mano e, nel momento in cui si alzò per cercarlo, avvertì qualcosa che le tirava la gonna verso il basso. Purtroppo, la paura si rivelò fatale. La mattina seguente, la donna fu trovata senza vita nel camposanto, con il fuso impigliato nella gonna, accanto a una tomba.