Poppi, provincia di Arezzo, Castello dei Conti Guidi, 1200 ca. Qui si aggira lo spettro della bella Matelda, donna affascinate, costretta a sposarsi tramite matrimonio combinato con un uomo molto anziano più anziano, rampollo della famiglia dei Conti Guidi.
La bella Matelda era infelice e sessualmente inappagata, come riportano le cronache dell’epoca e, in cerca di “contatto umano”, cominciò a guardarsi attorno e a cercare tra la folla quello che il talamo nuziale non le dava, un po’ per la lontananza del marito impegnato in campagne militari e un po’ per l’età dello sposo.
Scrutando la folla dalla finestra della torre del castello di Poppi (denominata dopo la morte di Matelda Torre del Diavolo) ella sceglieva i suoi amanti in base alla bellezza, alla giovinezza e alla prestanza fisica. Pertanto i ragazzi per attirare le sue attenzioni dovevano essere giovani belli e forti e sovente li sceglieva tra quella categoria che “viandava” in città, poiché la successiva sparizione di quelli che oggi chiameremmo turisti o mercanti di passaggio a differenza degli autoctoni non destava troppi sospetti, proprio perché lasciavano il paese velocemente proprio come vi erano arrivati. Questi giovani entravano facilmente nel castello ma non ne uscivano nella stessa maniera e soprattutto incolumi. Matelda non poteva permettersi che in paese si spargesse la voce che fosse infedele o che potesse subire ricatti, per cui era costretta a cancellare ogni traccia del loro passaggio nel castello e sopratutto nella sua camera da letto, facendoli uscire dal castello attraverso un passaggio segreto che celava alcuni trabocchetti mortali, installati appositamente per facilitare l’eliminazione fisica delle prove viventi senza macchiarsi essa stessa del delitto diretto.
Per lungo tempo le sparizioni si susseguirono, estendendosi anche ai giovani locali ed il popolo di Poppi iniziò ad insospettirsi.
Così, approfittando dell’assenza del Conte Guidi e delle sue truppe, presero d’assalto il castello e dopo aver catturato Matelda la rinchiusero nella torre da dove adescava i giovani ragazzi e lì la lasciarono rinchiusa senza cibo e senza acqua. Morì di stenti in poco tempo.
La leggenda e molti testimoni narrano che dalla suddetta torre, in particolari notti il suo spirito si manifesti, chiamando ed adescando tra i bastioni giovani uomini per poter passare ancora notti di sfrenata lussuria.