Immerso tra le maestose Alpi Pennine, nella suggestiva cornice dell’alta Valle Cervo, nella provincia di Biella, si erge un piccolo borgo considerato da molti come il più enigmatico e misterioso d’Italia: Rosazza.
Con una popolazione di appena cento abitanti, Rosazza si presenta come un autentico gioiello architettonico, con le sue viuzze strette e sinuose, le abitazioni in pietra e gli eleganti palazzi. Tuttavia, ciò che lo rende affascinante e misterioso è soprattutto la sua simbologia esoterica.
La storia di Rosazza è strettamente intrecciata a quella di Federico Rosazza, un politico e imprenditore piemontese che, nel tardo XIX secolo, contribuì alla costruzione della maggior parte del borgo.
La passione di Federico per l’esoterismo e le sedute medianiche, permea l’intera architettura di Rosazza. Le abitazioni del paese sono adornate da simboli massonici, quali la stella a cinque punte e il compasso. Il Palazzo Comunale, cuore municipale del borgo, è sovrastato da una torre con merlature ghibelline, evocando la simbologia della massoneria templare.
La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, fulcro religioso di Rosazza, accoglie al suo interno un vasto cielo stellato, raffigurante l’universo e le sue infinite possibilità.
La narrativa di Rosazza si arricchisce di leggende e misteri, sostenendo che il paese sia stato fondato e costruito seguendo i dettami ricevuti durante numerose sedute spiritiche da un gruppo di angeli e che ospiti spiriti e creature magiche.
Per comprendere meglio la figura di Federico Rosazza, è fondamentale esplorarne la biografia. Nato il 4 marzo 1813 a Rosazza, figlio di Vitale Rosazza, notaio e imprenditore di spicco, e di Anna Maria Mosca Belrosa, Federico si laureò in legge a Genova nel 1835. Uomo di notevole cultura e raffinatezza, attivo patriota durante il Risorgimento italiano, Federico Rosazza fu amico di Giuseppe Mazzini e di altri ferventi sostenitori dell’indipendenza italiana. Dopo l’Unità d’Italia, fu eletto senatore del Regno d’Italia e si dedicò alla promozione del progresso economico e sociale della Valle Cervo, realizzando numerose opere pubbliche quali strade, ponti e scuole.
L’artefice di Rosazza fu l’architetto Giuseppe Maffei, allievo di Giuseppe Crosa di Vercelli. Maffei, dotato di straordinario talento, riuscì a interpretare magistralmente la visione esoterica di Federico Rosazza. Tra le sue opere spiccano il Palazzo Comunale, la Chiesa Parrocchiale, il cimitero monumentale e il castelletto neogotico, oltre alle meravigliose fontane parlanti che abbelliscono il borgo. L’architettura di Maffei è caratterizzata da un sapiente utilizzo di simboli esoterici, richiamando nella sua opera riferimenti alla massoneria, all’alchimia e ad altre tradizioni esoteriche.
Le fontane più suggestive, oltre alla loro bellezza estetica, presentano iscrizioni che invitano il visitatore a riflettere sulla natura della realtà e sul proprio ruolo nel mondo.
Tra queste:
- Fontana della Colonna: Sormontata da una colonna che rappresenta il legame tra cielo e terra, l’iscrizione recita: “Io sono la colonna della verità, che sostiene il cielo e la terra”.
- Fontana della Pila: Decorata con una rosa, simbolo d’amore e rigenerazione, l’iscrizione proclama: “Io sono la rosa che sboccia nel deserto”.
- Fontana della Stella: Adornata da una stella a cinque punte, simbolo di spiritualità e illuminazione, l’iscrizione dichiara: “Io sono la stella che guida nel buio”.
Le fontane parlanti di Rosazza sono state concepite con l’intento di stimolare chi le osserva a riflettere e a intraprendere la ricerca della conoscenza.
Rosazza, con la sua storia avvolta da leggende e misteri, emerge come un luogo affascinante e intrigante. La sua bellezza architettonica, la simbologia esoterica e le suggestive narrazioni lo rendono un luogo unico e misterioso, degno di essere esplorato almeno una volta nella vita.