Cortanze (Cortanse in piemontese) è un comune di 295 abitanti della provincia di Asti, qui si trova il Castello di Cortanze, ora struttura ricettiva di lusso, un tempo abitato dai Conti Roero e dalla giovane Viola Maria, figlia di Ercole Roero.
Si racconta che le sale del castello, sopratutto la camera da letto situata nella torre, ospitino di tanto in tanto lo spettro infelice della giovane Viola.
Viene descritta come una ragazza molto bella dai capelli lunghi, con indosso una veste chiara; ella scomparve in giovane età dopo una travagliata storia d’amore, che la portò alla tragedia ed alla morte.
La leggenda racconta che Viola prese una sbandata per il giovane parroco del paese, il quale serviva messa nella chiesa dell’Annunziata, situata proprio sotto le mura del castello. Ella ogni giorno seguiva il prelato con lo sguardo dalla finestra della sua camera posta nella torre del castello.
Un amore impossibile e soprattutto non corrisposto dal religioso. Viola non demorse mai, fino ad arrivare al punto di perdere il lume della ragione: una domenica d’autunno scese dal castello ed entrò in chiesa dalla porticina riservata ai nobili del paese, estrasse un lungo coltello dalle ampie vesti e, avvicinatasi al religioso, lo trafisse al cuore, proprio su quell’altare dove stava per recitare la messa.
Della stessa viene riportata anche un’altra versione: si racconta che il giovane parroco non fosse poi così insensibile alle lusinghe della bella contessina, tanto da intraprendere con lei una relazione peccaminosa che a lungo andare divenne di dominio pubblico, scatenando le ire del padre Ercole di Roero il quale, portato all’esasperazione per quella tresca e dal disonore provocato dalla figlia, la rinchiuse nella sua stanza all’interno della torre e pose fine per sempre alla tresca e alle maldicenze freddando il parroco, di cui nessuno sa il nome, con un colpo di spingarda proprio dritto al cuore mentre era intento a celebrare messa, sparato da quella finestra galeotta dalla quale Viola lo guardava tutti i giorni, mentre celebrava le funzioni.
Per Viola, in entrambi i casi, nessun perdono. Condannata da tutti, non troverà pace “né da viva, né da morta”.
Successivamente sembra che Ercole fece sigillare quella porta che permetteva alla contessina di accedere alla chiesa e alle funzioni e che serviva da passaggio per congiungere i due amanti.