Per gli appassionati di ufologia ed alieni è l’ennesima prova della presenza di forme di vita extraterrestri all’interno del nostro stesso Sistema Solare. Per gli scienziati, invece, si tratta di un effetto ottico dovuto ad una sorta di “attitudine” della nostra mente a proiettare, su forme dall’aspetto bizzarro, ciò che più si avvicina alla nostra normale percezione quotidiana. E così, in qualunque modo vogliate interpretarle, le immagini mandate sul nostro pianeta dal rover Curiosity, che sta sondando il pianeta rosso alla ricerca di tracce di vita e che ha, finora, contribuito ad inviare dati importantissimi sulla composizione di Marte, stanno creando un polverone di polemiche fra gli addetti ai lavori e non. In una di queste immagini, infatti, è ben visibile fra la sabbia qualcosa che ha in tutto e per tutto l’aspetto di un cucchiaio. Un utensile la cui presenza su di un pianeta che non sia il nostro dovrebbe apparire addirittura ridicola, per tutto ciò che presuppone, e che invece ha infiammato immediatamente la mente, e la fantasia, di quanti sperano eternamente che vicino a noi, molto vicino, possano abitare delle altre forme di vita con le quali poter condividere il mistero di un’esistenza che appare quasi un’anomalia nel nulla apparente del cosmo. Ad ogni modo, il termine con il quale la scienza è solita definire questa tendenza a vedere forme note li dove non esistono è pareidolia, o illusione pareidolitica. Ultimo caso celebre, in ordine di tempo, è stato quello che ha riguardato sempre il pianeta rosso. Sulla sua superficie, infatti, la sonda Vikings1 aveva fotografato una formazione rocciosa che è passata alle cronache come “il volto su Marte”.
Giuseppe Caretta
Fonte: newnotizie.it
Comments are closed here.