Una “creatura mummificata” esposta presso un museo dell’Ohio, negli Stati Uniti, è stata sottoposta a vari esami di laboratorio per determinare esattamente di cosa è composta. Ecco cosa sappiamo sulla “sirena delle Fiji”
La “sirena” sottoposta a esami di laboratorio. Credit: Facebook / screenshot LOCAL12
Gli scienziati della Northern Kentucky University presto sveleranno il mistero della “sirena delle Fiji”, ospitata sin dal 1906 presso la sede della Clark County Historical Society, un museo pubblico di Springifield, in Ohio (Stati Uniti). È chiaramente un falso – non a caso la “creatura” è esposta come curiosità storica di inganno popolare – ed è stato ottenuto mettendo insieme parti di diversi animali, come mammiferi, pesci e rettili. Gli scienziati stanno sottoponendo la “sirena” per la prima volta a scansioni con raggi X e tomografia computerizzata per capire esattamente con quali specie e materiali è stata realizzata.
La “creatura mummificata” è una delle diverse copie dell’originale sirena delle Fiji, realizzata all’inizio del XIX secolo da un pescatore giapponese con l’obiettivo di prendersi gioco dei suoi compaesani suggestionabili e creduloni. La creatura, secondo lo scherzo, era una messaggera di sventura (tutti gli abitanti del villaggio sarebbero diventati sterili), ma attraverso un pagamento sarebbe stato possibile proteggersi dalla maledizione. La sirena finì nelle mani del capitano Samuel Barrett Edes, che la vendette al ricco e famoso imprenditore statunitense P.T. Barnum. L’uomo la presentò come una “vera sirena” – mezzo pesce e mezzo donna – pescata alle Fiji e la espose come attrazione all’American Museum di New York, scatenando già all’epoca sdegno e polemiche per l’evidente truffa agli avventori. La “creatura” andò distrutta in un incendio nel 1865, ma ne furono prodotte diverse altre copie e varianti, fra le quali quella finita a Springfield e ora oggetto di studi scientifici.
“Sembra essere un miscuglio di almeno tre specie diverse esternamente”, ha dichiarato al Daily Mail Joseph Cress, il radiologo della Northern Kentucky University che effettuerà le scansioni. “Ci sono la testa e il busto di una scimmia, le mani sembrano quelle di un rettile come un alligatore, un coccodrillo o una lucertola di qualche tipo. E poi c’è quella coda di pesce – ancora una volta, di una specie sconosciuta”, ha aggiunto l’esperto. “È ovviamente modellato, quasi alla Frankenstein, quindi vogliamo sapere quali parti sono state messe insieme”, ha chiosato il dottor Cress.
I risultati ottenuti dagli esperti dell’ateneo statunitense probabilmente non saranno molto diversi da quelli ricavati dagli scienziati giapponesi dell’Università della Scienza e delle Arti di Kurashiki, che recentemente hanno analizzato un’altra famosa “sirena”, quella di Enjuin. A differenza delle altre, questa creatura mummificata veniva addirittura venerata nel tempio giapponese di Asakuchi, dove era custodita all’interno di una teca. Non a caso è stata consegnata agli scienziati direttamente dal sommo sacerdote del tempio Hiroyoshi Kusuda.
Dalle analisi è emerso che la “sirena” non era altro che un fantoccio composto da composti organici e inorganici: pinne e pelle di pesci (probabilmente ombrina e pesce palla), pelliccia e cheratina di mammifero, stoffe, carta, colla e altri materiali per imbottire la “creatura”. Non resta che attendere anche le analisi della sirena giunta nell’Ohio, anch’essa proveniente dal Giappone. I dati verranno inviati agli esperti dello Zoo di Cincinnati Zoo e del Newport Aquarium per identificare con precisione le specie coinvolte.
A cura di Andrea Centini
fonte: fanpage.it
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