Nel cuore della bellissima città di Trani, situata lungo la costa adriatica della Puglia, sorge un’imponente testimonianza di epoche passate: il Castello Svevo di Trani. Questa maestosa fortezza, costruita con pietra bianca locale, emerge con fierezza dall’azzurro mare e incanta i visitatori con la sua storia ricca di avventure, misteri e persino una leggenda avvolta nel velo del tempo.
La storia del Castello di Trani risale all’XI secolo. La sua posizione strategica lungo la costa lo rese una fortezza vitale per la difesa della Puglia dalle incursioni nemiche. Le mura spesse e le torri possenti del castello sono testimonianza delle sue origini militari. Nel corso dei secoli, il Castello di Trani fu teatro di numerosi conflitti e fu conteso da varie fazioni, tra cui i Normanni, gli Svevi, gli Angioini e i Borboni. Le mura portano ancora i segni delle battaglie e delle cannonate. Una delle caratteristiche più suggestive del Castello è il suo posizionamento affacciato sul mare. Le onde dell’Adriatico si infrangono contro le possenti mura, creando uno spettacolo naturale che ha ispirato poeti e artisti per secoli. Le panoramiche vedute sul mare e il porto antico di Trani sono tra le più affascinanti della Puglia.
Tuttavia, tra le storie di battaglie e conquiste, si cela anche una leggenda che da generazioni circonda il castello, un’antica storia d’amore e tragedia. La leggenda narra che lo spirito che occuperebbe il castello sarebbe quello di Armida, una giovane donna di nobili origini, costretta dalla sua famiglia a contrarre un matrimonio contro la sua volontà. Insoddisfatta e oppressa, Armida iniziò una relazione segreta con un cavaliere di corte. Quando il marito di Armida scoprì l’adulterio, la punì in modo terribile: il cavaliere fu pugnalato a morte, mentre Armida venne rinchiusa e dimenticata nelle profonde segrete del castello, lasciata a morire di stenti.
Da quel momento, il fantasma di Armida sembrerebbe vagare per il castello, mostrandosi vestita di un abito grigio scuro e le fattezze del volto riconoscibili dai lineamenti di una donna ancora giovane, dalla lunga chioma corvina e dagli occhi di un azzurro profondo, quasi brillanti. Lo spettro di Armida sembra non avere caratteri ostili; al contrario, il suo apparire sembra un tentativo di raggiungere un contatto umano che le fu negato nelle prigioni del castello.
Tuttavia, è importante notare che non esistono documenti storici che provino l’esistenza di una donna di nome Armida nel castello. Alcuni studiosi credono che la “leggenda di Armida” possa essere nata dalla sovrapposizione di diverse storie, e che il vero protagonista di questa narrazione possa essere stato Siffridina, contessa di Caserta e consuocera di Federico II. Siffridina fu imprigionata nel castello per motivi politici dal 1268, accusata di cospirare contro gli Angioini, e trascorse i suoi restanti 11 anni tra quelle mura fino alla sua morte nel marzo del 1279.
Nel corso dei secoli, il castello ha cambiato diverse funzioni, da fortezza militare a prigione e residenza nobiliare. Oggi, è aperto al pubblico come museo, dove i visitatori possono esplorare le sue stanze storiche, ammirare le esposizioni che raccontano la sua storia e godere della vista panoramica dalla sua sommità. Il Castello oggi è anche uno dei luoghi preferiti per eventi culturali e spettacoli all’aperto, come concerti e rappresentazioni teatrali, che aggiungono una vibrante dimensione contemporanea a questa testimonianza di epoche passate creando un’esperienza indimenticabile. Questa maestosa fortezza continua a custodire i suoi segreti e i racconti di secoli di storia, offrendo ai visitatori una finestra affascinante sul passato della Puglia e dell’Italia e di chi sia realmente lo spettro che ancora oggi aleggia tra le sue possenti mura.