Nascosta tra i monti del Mugello, nel Comune di Palazzuolo sul Senio, sorge, Santa Maria Assunta di Rio Cesare a Susinana, meglio conosciuta come, Badia di Susinana, un antico complesso monastico Vallombrosano. La sua posizione è incantevole, incastonata tra il fluire del fiume Senio e del Rio Cesare, il cui mormorio accompagnava il viandante lungo un sentiero selciato che serpentava tra i pini fino alla Badia. Un tempo, un maestoso mulino annunciava l’arrivo al ponte ad arco, da cui si accedeva alla strada provinciale fra Casola Valsenio e Palazzuolo sul Senio.
La storia della Badia risale al lontano 1090, quando fu eretta la prima costruzione monastica. Nel corso dei secoli, fu non solo un luogo di preghiera, ma anche rifugio per pellegrini e avventurieri, anche se nel 1137 subì la distruzione. Tuttavia, tra il XVII e il XVIII secolo, la Badia conobbe il suo apice, trasformandosi completamente e adornandosi di opere d’arte, tra cui la celebre seicentesca, Madonna del Carmine di Jacopo Confortini, oggi custodita nella parrocchiale di Palazzuolo. Il complesso monastico sorge sulla riva sinistra del Senio, proprio dove il fiume riceveva le acque del Rio Cesare. All’interno della chiesa si conservavano ancora il coro ligneo del 1771 e il fonte battesimale in ceramica, un’opera ispirata al Rinascimento e al Liberty, con un disegno attribuito a Tito Chini.
Ma la Badia di Susinana è più di un semplice ed incantevole luogo di preghiera e arte. E’ avvolta da una leggenda legata a uno dei condottieri più famosi e controversi della Romagna: Maghinardo Pagani da Susinana, descritto anche da Dante Alighieri nel XXVII canto dell’Inferno come il signore di Imola e Faenza, noto per il suo comportamento politico ambivalente.
«Le città di Lamone e di Santerno
conduce il lïoncel dal nido bianco, che muta
parte da la state al verno.»
La leggenda narra che, dopo la sua morte avvenuta a Marradi nel 1302, Maghinardo Pagani fosse stato sepolto nella Badia, come da lui stesso richiesto nel testamento lasciando una ricca dote perchè questo venisse fatto senza indugio; ed è proprio qui che alcune persona in visita al monastero, raccontano di aver visto aggirarsi per i prati circostanti l’edificio, alle prime luci dell’alba, il nostro condottiero vestito da una corazza tutta d’oro. Non sembra avere un atteggiamento minaccioso e si limita a girovagare godendosi il momento e scomparendo alla vista, non appena i primi raggi di sole si riflettono sulla sua luccicante corazza.
Oggi, il complesso abbaziale è di proprietà della famiglia fiorentina degli Scalini-Scala, mentre la chiesa, un tempo parrocchiale, appartiene alla diocesi di Firenze. La Badia di Susinana continua a custodire la sua storia, le sue opere d’arte e le leggende che le conferiscono un’aura di mistero e fascino.