Le origini del vampirismo sono vecchie come il mondo. Ci sono forme simili nell’antica Roma, in Grecia si parlava di vrykolakas, nella Germania medievale c’era la leggenda dei Nachzehrer, nelle gallie si vociferava dei revenant coloro che ritornano, la Russia del mille identificò i succhiatori di sangue in Upir’ e, più generalmente, fino al ‘700 vennero chiamati “sanguisughe”. Nel ‘700, appunto, il termine vampiro divenne globale – grazie anche al già scoperto pipistrello sudamericano – e pare che il termine derivi da quello russo Upir’. Il contatto più vivo con l’est Europa (dove le leggende sui vampiri erano tante e molto sentite) portò tutta l’Europa dei lumi ad una specie d’isteria globale; intere comunità si recavano ai cimiteri per riesumare i cadaveri, tagliar loro la testa ed infilzarne il cuore con un paletto, persino Maria Teresa d’Austria dovette far intervenire le forze dell’ordine per accertamenti più approfonditi.
Dopo questo mio rapido excursus nella storia del vampirismo, veniamo a quella che è la nostra storia. Su Ioana Constantinescu si hanno poche notizie e di lei non vi sono foto a parte quella post mortem. Nacque nel 1882 in Romania ed il luogo di nascita è incerto, ma dalla sua adolescenza fino alla morte visse sicuramente a Timișoara, nella Romania occidentale. La sua persona venne alla ribalta durante la giovinezza quando abbracciò lo Zoroastrismo ed in particolare la Santa Armaiti (sta per “santa devozione” ed è l’affiliazione ad una delle sei divinità del culto).
Ragazza con comportamenti particolari, la sua religione veniva vista come paganesimo dal mondo ortodosso e, rapidamente Ioana venne etichettata come strega. Temuta da molte persone ma anche ammirata da altre. Si meritò fra i suoi compaesani l’appellativo di Strigoaică nel bosco. Molti affermavano di aver visto Ioana tagliasi le gambe o i polsi ed ingerire il suo stesso sangue. La credenza diffusa per Timișoara era che in questo modo Ioana compisse veri e propri malefici o benefici ad altre persone.
La fama di Ioana Constantinescu crebbe sempre più, fino ad avere una schiera di seguaci che chiedevano a lei favori tipo fortuna in amore, divenire ricchi o guarire dai propri malanni. Ma come alcuni ne erano divenuti seguaci, altri legati al mondo ecclesiastico ortodosso si lamentarono dell’attività della strega, così due “ministri cristiani” e le loro mogli l’accusarono pubblicamente d’essere posseduta dal Demonio e fecero una petizione per poterla scacciare da Timișoara.
Nella notte del 21 ottobre 1909 una folla inferocita trascinò fuori casa Ioana e la picchiò selvaggiamente con pugni e bastoni. Venne trasportata in ospedale dove trascorse tutta la notte urlando maledizioni contro i ministri e le loro mogli ritenendoli responsabili dell’aggressione subita. Il giorno seguente fuggì dall’ospedale per rientrare a casa.
Il giorno 23 ottobre 1909 venne trovata morta all’interno di casa sua da dei suoi devoti. Coloro che la trovarono – prima che le autorità chiudessero la casa – riferirono di aver trovato un altare su cui c’erano erbe ed incensi. Per tutta la stanza dove venne trovata Ioana c’erano disegnati simboli esoterici. A fianco del cadavere della ragazza, che aveva 27 anni, venne trovata una coppa che aveva ancora al suo interno sangue di Ioana stessa. I seguaci dediti al Zoroastrismo spiegarono che l’altare era chiamato la “lastra di comunione” e quella che aveva preparato la donna in realtà era una cerimonia, in cui si doveva bere il proprio sangue da una coppa sacra per conciliarsi con il proprio Dio (o Dea nel suo caso) e chiederne i favori.
I medici che ne fecero l’autopsia decretarono: “Morte per l’ingestione intenzionale di grandi quantità del suo stesso sangue”. E se a questo – che clinicamente è possibilissimo – ricordiamo che la ragazza aveva subito un linciaggio due giorni prima.
Il comportamento di Ioana Constantinescu può rientrare in una malattia mentale descritta dallo psicologo Richard Noll nel 1992: la sindrome di Renfield. Essa prevede tre stati; un primo autolesionista dove la persona affetta beve il suo stesso sangue, un secondo dove cerca di mangiare vive piccole forme viventi con l’intento di divorarne l’anima (da qui il riferimento al Renfield del Dracula di Stoker), ed infine il desiderio di bere il sangue umano altrui.
Ma c’è un ultimo risvolto macabro riferito a Ioana Constantinescu che potrebbe portarvi lontano da qualsiasi soluzione razionale. Entrambi i ministri e rispettive mogli morirono prima della fine di quel maledetto 1909. Una prima coppia morì a seguito di un incendio nel loro fienile e l’altra schiacciata da un albero che cadde loro addosso durante una passeggiata.
Omar Fabbri